A Zingaré facce Tarzan

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Anderlini – 28 ottobre 2018

Aspettando Zirbyn

La sinistra cd. radicale è questo….partitini, confraternite, corpuscoli in perenne agitazione, che si aggregano e disaggregano, si agganciano e si sganciano ad ogni elezione. europea, nazionale, locale e condominiale. Come le lucciole. Senza mai sciogliersi. Cani sciolti, correntine allo stato brado, in ‘campo aperto’, ‘vasto’ e ‘plurale’, appunto, laddove nel Pd i ruminanti ancora pascolano dentro un labile recinto senza foraggio. Gente che si ubriaca di gazzosa e si spara pugnette illudendosi d’essere la schiatta di grandi chiavatori d’azzardo che bevono whisky. Ci vorrebbe un grande sterminatore che raduni tutta la fauna e la metta a pane e acqua. Escluso il Masaniello napoletano, grande dispensatore di gazzose, bionde di contrabbando e altre patacche, resterebbe Saponetta…..Se solo si desse una mossa…. A Zingaré facce Tarzan !

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di Fausto Anderlini – 27 ottobre

Dinamiche semoventi, e pure de meno.

Quindi questi qui son passati in un battibaleno dal penultimatum lanciato ad Mdp di ballare il tango con Leu, stretti e subito, all’annuncio di un giro di walzer con De Magistris, urlatore di Napoli, già magistrato scellerato e confusionario.

Come scrivono nel loro documento: “per trovare un primo momento di confronto politico”, “aprendo un interlocuzione”, “per dare rappresentanza a un mondo vasto”, “avanzando una proposta aperta e democratica”, “in un progetto plurale, radicale e rinnovato nelle pratiche, nel linguaggio e nei volti”, “una scelta intesa e praticata come relazione aperta, capace di guardare ai nuovi movimenti europei di impegno civico e democratico e di interloquire attivamente con i verdi e gli ecologisti”

Un gesto frou frou e piroettante, un trillo da operetta, ma espresso in un gergo così paludato e circolare, prullante più che plurale, da elevare Zingaretti e il defunto ‘campo largo’ di Pisapia a esempi sconvolgenti e penetranti di sintesi leninista.

Giungendo dunque al termine della trotterellante cavalcata di Leu non mi sento di dire altro che questo: che “interloquire” coi tipi di Sinistra Italiana è stata, nel mio piccolo, una delle esperienze più spossanti della vita. Il progetto di Leu era bacato sin dall’inizio. Un matrimonio, anzi una forzosa coppia di fatto, fra elementi antropologicamente incompatibili. Se noi di MdP eravamo infetti, corrotti e adusi a ogni vile compromesso, quelli di Si erano e restano, irredimibilmente, aperti, radicali, nuovi e plurali. Una noia mortale. Da far preferire il ritiro in un eremo solitario, espiando i nostri peccati anche nel più atroce dei supplizi (certo in attesa di commetterne di ancora più gravi tornando nel mondo), pur di non dovere più “interloquire” con questi vorticosi piroettanti, e più in generale con qualsivoglia cosa si presenti come sinistra plurale..O la sinistra torna ad essere una, e perciò trina, o meglio lasciar perdere.

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