A volte ritornano….Letta e il rinascimento

per Chanel Blanchet

La politica ha bisogno del linguaggio della verità”. Così parlò Enrico Letta, ospite ieri sera della Gruber. Non avrà mica tratto ispirazione dal pensiero dell’iconico statista britannico Winston Churchill che sosteneva “La verità è così preziosa che bisogna proteggerla sempre con una cortina di bugie”. Sarà difficile averne certezza.

Apprezzabile, ad ogni modo, per chi ama I romanzi ottocenteschi alla Jane Austen, la liricità con cui il neo Presidente del PD si sia a tratti espresso parlando di “un cuore sanguinante” in riferimento alla sua preoccupazione per il futuro sempre più incerto e difficile delle nuove generazioni.

Sorprende quanto sia poco aggiornato l’ormai ex Dirigente della Scuola di affari internazionali dell’istituto di studi politici di Parigi quando si tratta dei progetti europei Erasmus. Si auspica che detti progetti non riguardino più soltanto gli universitari ma che siano estesi ai più giovani, “anche ai sedicenni”, specifica. Auspicio lodevole se non fosse per il fatto che i progetti Erasmus, da oltre sei anni, coinvolgono scuole di ogni ordine e grado attraverso progetti di vario genere.

Sicché, dopo aver vissuto sette anni non in Tibet ma in Francia, Enrico Letta torna nella Città Eterna carico di buoni propositi più sereno di prima, o come prima, o meno di prima. Chi può dirlo? Forse neppure lui. La prudenza non è mai troppa. Non sarebbe peregrino prepararci all’eventualità che un giorno ci comunichi, serafico, che gli eventi si siano susseguiti a sua insaputa. Scajola, a sua insaputa, ha dato vita ad un ancoraggio di stampo politico senza precedenti. Al momento tutto rientrerebbe nel classico cliché, ovvero che riprende il timone in mano per amore di quel Partito che ha contribuito a far nascere, un Partito esanime da tempo, carente di dignità culturale e ambizioni progettuali ma speranzoso, in vista della Pasqua, in un “PD, alzati e cammina”.

Quando nel suo ultimo governo De Gasperi non ottenendo la fiducia alla Camera, aveva commentato “È brutto assistere da vivi al proprio funerale”. Ci auguriamo tutti, o in molti, o forse in pochi, che la Storia non si ripeta e che il nuovo leader del PD non finisca circondato da turiboli di incenso e lacrime di coccodrillo, per poi ritrovarsi più sereno che mai.

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