A proposito della polemica sull’euro

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giovanni La Torre
Fonte: I Gessetti di Sylos

di Giovanni La Torre – 16 settembre 2018

Nel precedente “gessetto” ho criticato coloro che non dicono le cose chiare, e realmente differenzianti, in merito ai vari temi che caratterizzano il dibattito politico. Vorrei cercare di supplire a questa deficienza prendendo una questione che anima molto il dibattito tra le persone ogni giorno e che riguarda un aspetto particolare della polemica sull’euro. L’argomento “euro” è molto divisivo nel nostro paese e anch’io ho diversi amici che sono contrari alla moneta unica. Oggi voglio prendere in considerazione in particolare due aspetti, affrontandoli in modo scientifico e non per le impressioni che ognuno può avere:

1) i prezzi sono cambiati facendo un cambio 1 euro = mille lire;

2) nel passaggio dalla lira all’euro si è accettato un cambio sfavorevole.

Chiedo scusa agli amici che la pensano diversamente, ma si tratta di autentiche “leggende metropolitane”, subdolamente non contraddette dai nostri politici perché è un modo comodo per non far pensare alle loro responsabilità per i nostri guai attuali.

Sul primo punto vi indico due link dove sono riportati i risultati di due ricerche, rispettivamente della Banca d’Italia e del Comune di Venezia, datate 2007, quindi comprende sei anni di vita dell’euro, dove si vede che, a parte singoli casi, l’incremento annuo dei prezzi è stato più o meno in linea con l’inflazione (non ha senso prendere periodi temporali troppo lunghi perché possono essere intervenute altre cause sui prezzi).

https://www.bancaditalia.it/…/tem…/2007/2007-0619/index.html

http://archive.comune.venezia.it/…/D…/confronto_prodotti.pdf

È interessante la ricerca di Bankit perché mette a confronto la realtà con la percezione delle persone con riferimento a un singolo prodotto: il biglietto del cinema. Mentre l’altra ricerca confronta i prezzi di un ampio paniere. Tra l’altro, sia detto en passant, questa ricerca peggiora di poco la verità sull’euro perché nell’individuare il tasso annuo di incremento si limita a fare la divisione per sei dell’incremento totale, mentre andrebbe fatto un calcolo più complesso secondo il principio della capitalizzazione composta, dato che l’inflazione si calcola sull’anno precedente e non su un anno base. Ma va bene lo stesso, anche con questo errore l’euro viene assolto.

Prima di chiudere su questo primo punto consentitemi anche una riflessione personale. Se fosse vero che i prezzi abbiano scontato un cambio 1 euro = mille lire vorrebbe dire che da un anno all’altro (dal 2001 al 2002) l’Italia avrebbe avuto un’inflazione del 100%, dato che invece il cambio ufficiale è stato di circa duemila lire. Giusto? Giusto! L’Istat per il 2002 ha registrato un’inflazione del 2,5%, quindi avrebbe sbagliato i calcoli di 40 volte (100:2,5). Giusto? Giusto! Ora, ditemi voi se un paese del G7 può avere un istituto di statistica che commette simili errori. Secondo voi l’Fmi, la Banca Mondiale, l’Ue, la Banca dei Regolamenti Internazionali, la Bce, l’Ocse ecc., che elaborano le loro statistiche e formulano le loro previsioni sulla base dei dati dei singoli paesi ci avrebbero tenuti ancora dentro sapendo che sbagliamo i calcoli di dati importanti di 40 volte? Lascio a voi la risposta.

Sul secondo punto sarò più breve. Secondo molti il cambio 1 euro = 1926,27 è stato penalizzante. Per capire meglio il concetto che voglio esprimere prendiamo differenze rilevanti, per esempio mettiamo che il cambio ufficiale fosse stato 1 euro = 1.000 lire. Allora sappiate che a questo cambio le nostre esportazioni sarebbero costate il doppio di quanto costano ora, saremmo quindi SPARITI completamente dal commercio internazionale. Infatti la Confindustria sostiene che invece il cambio è stato sfavorevole per noi ma nell’altro senso, perché avrebbe voluto, per esempio, 1 euro = 2.500 lire.

Qualcuno alla fine di questo post, se avrà avuto la bontà di leggerlo e di condividerlo, si chiederà: ma perché i politici non le dicono queste cose? Cari amici non le dicono sia per ignoranza e sia perché, come dicevo prima, fa loro comodo far credere alla gente che i nostri guai sono dovuti all’euro e non alla loro inettitudine e corruzione.

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