Debito pubblico, aumento da record con Renzi premier

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gianluca De Martino
Fonte: WIRED
Url fonte: http://www.wired.it/economia/finanza/2014/09/26/debito-pubblico-governo-renzi/

Il debito pubblico di ogni italiano cresce di 141,2 euro al mese, un’esplosione quattro volte quella registrata sotto il governo Monti e seconda solo al primo governo Berlusconi che sforò i 165 euro al mese

di Gianluca De Martino

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(Foto: Getty Images)

Il debito pubblico italiano cresce incontrando pochi ostacoli. A quale ritmo lo ha calcolato il network americano Bloomberg, che ha messo a confronto i governi degli ultimi vent’anni, responsabili in misura diversa di un rischio default mai scacciato definitivamente. Seppur in carica da meno di nove mesi non è esente da colpe il governo di Matteo Renzi. Dal giorno del suo insediamento, il 22 febbraio 2014, il debito pubblico è salito con un ritmo che non si registrava dal 1994: + 141,20 euro pro capite ogni mese, con un totale di circa 36mila euro a testa. Va sottolineato che l’incremento medio mensile è calcolato a prezzi costanti riferiti ad agosto 2014, mese in cui l’Italia è tornata in deflazione dopo 55 anni con un calo dello 0,1% dell’indice dei prezzi al consumo rispetto a un anno prima.

Il risultato di Renzi è secondo solo all’esecutivo di Silvio Berlusconi in carica tra il 1994 e il 1995. All’alba della seconda Repubblica, con l’Italia ancora stordita da Tangentopoli, il debito pubblico pro capite cresceva di 165,42 euro al mese. Da allora si sono alternati a Palazzo Chigi otto presidenti del Consiglio con dieci governi diversi, quasi tutti con aumenti di debito pubblico pro capite, seppure in misura più contenuta rispetto a Renzi e al primo Berlusconi. Durante l’esperienza del tecnico Lamberto Dini il debito pro capite crebbe di 35,70 euro al mese, nella parentesi di Romano Prodi di 40,28 euro. Quando Massimo D’Alema prese il posto del Professore, nel frattempo volato a Bruxelles per presiedere la Commissione Europea, gli italiani cominciarono a recuperare fiato, ‘risparmiando’ 13,75 euro al mese. Dopo D’Alema altri due esecutivi con debito in crescita: + 19,37 euro per Giuliano Amato, + 37,32 per il Berlusconi bis. L’ultima riduzione, seppure lieve, si era registrata col Prodi II (- 52 centesimi al mese). Ma il trend durò appena due anni, dal 2006 al 2008. Poi una nuova impennata, da Berlusconi a Letta, passando per Monti, con un aumento medio di 45 euro a testa ogni mese.
E ora il picco con Renzi, che proprio sulla riduzione del debito pubblico gioca una partita importante per l’Italia e per la stessa Eurozona, come ha avvertito il Financial Times pochi giorni fa con un duro editoriale di Wolfgang Munchau dal titolo “Il peso del debito italiano è un problema per tutti noi”. E non basta che l’Istat, in base al nuovo calcolo del Prodotto interno lordo, includendo una parte di economia illegale, abbia rivisto il rapporto debito/Pil, per il 2013 passato dal 132,6 al 127,9%.

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