Migranti tornati in Italia, la motovedetta dall’Albania è arrivata a Bari

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Flavia Amabile
Fonte: La stampa

Migranti tornati in Italia, la motovedetta dall’Albania è arrivata a Bari

GAJDER. Pugno contro pugno, sorrisi, abbracci. L’ultima sera in terra albanese dei 12 migranti oggetto della sperimentazione del governo Meloni è finalmente una sera di speranza. «Non vediamo l’ora di arrivare in Italia», dicono i bengalesi ed egiziani trasportati dalla nave Libra in terra albanese e rinchiusi nel centro di Gjader alla deputata del Pd Rachele Scarpa, a Francesca Ghirra di Avs e Maso Notarianni presidente dell’Arci Milano e tra i fondatori di Mediterranea Saving Humans che sono andati a visitarli. Lo sbarco a Bari è avvenuto poco dopo le 15, dopo quasi sei ore di viaggio.

 

Tornano in Italia i 12 migranti portati in Albania: la nave della Guardia costiera salpa dal porto di Shengjin

Tra i sorrisi si fa avanti anche un’inquietudine. «E ora che cosa accadrà?». «Ora dovrete farvi assistere per fare ricorso contro la richiesta di asilo che vi è stata negata», risponde Rachele Scarpa. «E dovrete correre, non c’è molto tempo – aggiunge Maso Notarianni – Potete rivolgervi ai legali che vi hanno già seguito per l’udienza con il tribunale oppure questi sono i numeri di telefono di un gruppo di legali che potranno aiutarvi. E speriamo di rivederci in Italia da cittadini regolarizzati».

 

Stamattina i 12 migranti sono usciti dal centro di Gjader per andare al porto di Shengjin dove li aspetta la nave della Guardia Costiera che li porterà a Bari. Al momento di lasciare il centro avranno i telefonini che erano sotto sequestro. «Con i cellulari potranno mettersi in contatto con chi gli fornirà l’assistenza legale, questo è molto importante», spiega Rachele Scarpa.

 

Quello che accadrà una volta arrivati in Italia è tutto da capire. «Torneranno lì dove avrebbero dovuto essere portati fin dall’inizio ma per loro la corsa a ostacoli non è affatto terminata. – spiega Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà – Ufficio Rifugiati Onlus. – Non sarà più la salita in verticale creata contro di loro dal governo ma dovranno impugnare il provvedimento di rigetto della richiesta di asilo altrimenti diventa un rigetto definitivo. Non sarà facile, a quel punto resteranno circa dieci giorni di tempo. Dieci giorni per opporsi al governo che ha fatto di tutto per farli scomparire».

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