Calvino riscritto da AI

per Bruno Recalcati
Autore originale del testo: Bruno Recalcati

Calvino riscritto da Open AI

Quello che potrebbe , con molta esagerazione, essere definito un “giallo” letterario ha coinvolto l’ultima lezione americana, la sesta, mai scritta, di Italo Calvino.

L’edizione Garzanti 1988 delle Lezioni Americane porta , in una pagina immediatamente successiva a quella del frontespizio, un curioso foglietto con scritti a matita :1.Lightness, 2 Quickness, 3 Exactitude, 4 Visibility, 5 Multiplicity, ed infine, con un tratto più tremolante (forse perchè sovrascritto ad un termine precedentemente scelto e poi cancellato) 6 Consistency. I primi 5 si riferiscono ai capitoli , testi in inglese, di conferenze che Calvino avrebbe tenuto all’Università di Harvard , USA, se non fosse intervenuta la sua scomparsa. A torto o a ragione , i pareri sono discordi, le Lezioni Americane assunsero il ruolo di testamento letterario di Italo Calvino; ma se era questo il peso che esse avevano assunto allora la questione più scottante era la mancanza di Consistency, il cui testo Calvino si era riservato di scrivere nel suo soggiorno americano.

Come non bastasse la ridda di congetture sul testo mancante, qualcuno (non so chi) ha pensato di affidare a Chat GPT il compito di colmare la lacuna.

Così mi è capitato di trovare su Internet il testo seguente:Consistency. The last memo of Calvino (written by AI). December 19th, 2022.

Recentemente ho letto sul giornale di un esperimento effettuato da due insegnanti comasche : hanno sottoposto a ChatGPT lo svolgimento di uno dei temi proposti per la maturità (per la cronaca quello concernente il tema del diario).A giudizio delle due insegnanti il tema , svolto pure in modo sintatticamente corretto e semanticamente sensato, non brillava certo per originalità guadagnando a stento la sufficienza.. E’ ipotizzabile che il chatbot abbia adottato la strategia prudenziale (mini-max) dello studente furbo e opportunista che affronta una commissione d’esame di cui non conosce i gusti e i pallini: seguire la Traccia come un foxterrier insegue la volpe ; buona strategia, sempre che la volpe non sia più furba e la sua tana troppo ben nascosta.Ma Calvino è più furbo e la tana di Consistency troppo ben nascosta.

Chat GBT adotta perciò uno stratagemma, in un imitation game della prosa calviniana:”This does not mean that I consider the virtues of consistency any less compelling, but simply that I have more to say about multipotentiality

Calvino avrebbe avuto da dire di più sulla multipoyentiality che sulla comsistency, secondo il “pensiero” di Chat GPT.

Il programma addestrato sui testi di Calvino, avendo probabilmente trovato,nelle Lezioni Americane, solo due o tre accenni al termine Consistency, e solo in relazione al suo ruolo nella letteratura, ritierne di poterlo rimpiazzare con citazioni di una serie di autori assai vari concernenti il tema della Multipotentiality.

Se escludiamo , come è giusto escludere, che il chatbot abbia scambiato multiplicity per multipotentiality, resta comunque il fatto che il termine multipotentiality non vi compare affatto. Io non so che cosa avrebbe detto Calvino sulla consistency, ma a me sembra naturale supporre che il termine italiano consistenza ,il più vicino al termine inglese, abbia per opposto il termine inconsistenza, che è la sua semplice negazione; una opposizione senza contraddizione (Aristotele, Kant) e non una “dialettica” di termini complementari come quella che attravetsa i precedenti capitoli delle Lezioni. Anche il chatbot richiama la notizia data da Ester Calvino che in Consistency Calvino avrebbe parlato del racconto “The scrivener” (lo scrivano) di Herman Melville. Da buon automa istruito il chatbot va alla ricerca su Internet di testi in proposito e trova un testo di Gilles Deleuze : “La formula”. La formula è quella che il copista del racconto oppone ad ogni richiesta del suo datore di lavoro, un avvocato della borsa newyorkese, di fare qualcosa che ecceda il semplice ricopiare documenti, come ad esempio rileggere lo scritto e correggere le bozze. Immancabilmente ad ogni richiesta che ecceda la sua mansione risponde: “I would not to (do)”, preferirei non farlo , e nessumo , nel racconto, riesce letteralmente a smuoverlo da lì. Se mi è consentita una facezia il chatbot avrebbe fatto meglio, anzichè citare Deleuze, a cogliere l’occasione per fare una seduta di autocoscienza: lo scrivano, con tutte le sue stranezze che lo portano alla fine all’autoestinzione .esercita una autonoma iniziativa, una intenzionalità interna, che nessun conversatore elettronico ha fin qui dimostrato di possedere.Ma è forse proprio per questo che è lei, AI, e non lo scrivano che è diventata la beniamina di Wall Street.

Il termine consistency, nelle sue possibili traduzioni italiane, coerenza, consistenza ed anche in altri termini affini come densità, resilienza, continuità (non credo stabilità) si porta dietro , inevitabilmente, un imprescindibile connotato morale. Avrebbe potuto Calvino – Ugonotto , figlio di Ugonotti ( vedi la Villa sanremese, la strada di San Giovanni, con tutti i loro risvolti in racconti e romanzi ) – sottrarsi al bilancio biografico che essi avrebbero comportato? Non credo, anche se nei panni dell’ex comunista non ci entrava volentieri; preferiva come Mr. Palomar aggrottare le ciglia e mordersi la lingua prima di parlare di certe cose.

Devo dire che non tutto l’articolo di Chat GPT è da buttare; si salva la parte iconografica: una galleria di immagini ed emblemi degni di un tempio induista o di uno stupa buddista, coronata da una carta dei tarocchi, il due dei pentacoli -un giovane che tiene in equilibrio due cerchi – che qualcosa del temperamento di Calvino riesce a richiamare.

Ma più che di equilibrio occorre parlare di tensione tra due poli: il più notevole mi pare quello tra espansione e implosione , che trascende ampiamente il suo significato cosmologico – Big Bang, buchi neri – per diventare la cifra di due modi stare al mondo. Quello di Mr. Palomar – nome derivato dal mitico osservatorio astronomico –

emblema di uno sguardo rivolto all’alto e al fuori, e quello di Mohole – nome derivato da un progetto di trivellazione della crosta terrestre- volto al basso e al dentro. Progetto abbandonato con una motivazione quanto mai caratteristica:”Solo alla fine ho capito che di Mohole non c’era nessun bisogno perché  Palomar era anche Mohole: la parte di sé oscura e disincantata che questo personaggio generalmente ben disposto si portava dentro non aveva alcun bisogno di essere esteriorizzata in un personaggio a sé.”

Calvino la contraddizione se la portava dentro e la faceva lavorare. Credo che lui un metodo ce l’avesse già da tempo: procedere come su una spirale o allargandosi fino a che non ti coglie la stanchezza o restringendosi finchè non ti coglie la vertigine.

Che è poi quello che coglie il lettore delle Lezioni Americane; ma gli resta comunque

la certezza di avere incontrato una straurdinaria intelligenza non artificiale.

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