Sabrina Ferilli ieri con questo post su Instagram, su ‘La zona di interesse’, pellicola vincitrice dell’Oscar 2024 per il Miglior film internazionale.
ha scatenato i pregiudizi di Massimo Gramellini sul ‘Corriere della Sera’, nella rubrica ‘Il Caffè’ – riportato in calce.
Oggi Sabrina Ferilli risponde allo stolto e in questo caso poco informato Gramellini ancora con un post su Instagram, pubblicando l’articolo dello stimato critico Paolo Mereghetti sempre su Il Corriere della Sera:
STAVOLTA NON HA VINTO IL «POLITICAMENTE CORRETTO», MA LA QUALITÀ DELLE OPERE
Estratto dell’articolo di Paolo Mereghetti per www.corriere.it
Delusione per Garrone e trionfo per «Oppenheimer» Era quello che i più prevedevano e che per una volta è uscito dalle buste di questa novantaseiesima edizione. Dispiace per Garrone perché il film di Glazer, «La zona d’interesse», che ha vinto due Oscar (film internazionale e sonoro) era più furbo che davvero bello, tutto costruito sulla «banalità» piuttosto che sul «male» e molto abile a sfruttare il senso di colpa dello spettatore occidentale di fronte a una tragedia che il film si preoccupava di rendere «rarefatta» ed «elegante» senza davvero farci i conti. E senza quello sguardo morale che invece Garrone aveva cercato con «Io capitano» e che Christopher Nolan non ha mai dimenticato nel suo capolavoro. […]
3. LA STORIA DI SABRINA FERILLI SUL CAFFÈ DI GRAMELLINI, MARTEDÌ 12 MARZO 2024
LA STORIA DI SABRINA FERILLI SUL CAFFE DI MASSIMO GRAMELLINI
…il caffé domani qualcuno lo può dedicare al suo collega di testata…
ed ecco “Il caffè” di Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera” – Estratti
Pazienza per Ceccherini, ma ci si è messa pure Sabrina Ferilli, una che sembrava allergica ai luoghi comuni. Alla vigilia della cerimonia degli Oscar ha scritto: «Se dovesse vincere La zona d’interesse , so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io capitano».
Allora ce lo dica, signora Ferilli, visto che lo sa. Tiro a indovinare: perché parla della Shoah e a Hollywood la lobby ebraica la fa da padrona; basta che uno ambienti il suo film nei dintorni di Auschwitz e le statuette gliele tirano dietro, mentre un racconto sui migranti come quello di Garrone non gode di protezioni in alto loco.
MASSIMO GRAMELLINI IN ALTRE PAROLE
Le ho letto nel pensiero? Spero di no, ma i pregiudizi sono così prevedibili. Immagino ne abbia messo al corrente il suo collega Roberto Benigni, che vinse l’Oscar nel 1999 con La vita è bella e già all’epoca gli addetti ai livori lasciarono intendere che ambientare la storia in un campo di concentramento era stata una furbata per sedurre la famosa lobby.
Certo, vedere un film prima di giudicarlo in certi casi aiuta. Si scoprirebbe che La zona d’interesse non è un film sugli ebrei, come sostiene l’arguto Ceccherini, ma su una famiglia che vive a ridosso di un lager senza curarsene. Racconta la miopia del nostro sguardo
(…)
Insomma, più che un film «sugli ebrei», è un film su chi pensa che La zona d’interesse abbia vinto perché parla di ebrei.
Alisa Toaff per adnkronos.com – Estratti
”Ormai l’odio contro Israele è diventato odio antiebraico e quindi anche ‘l’ultimo attore del bigoncio’ si sente autorizzato a dire qualunque fregnaccia”. David Parenzo commenta così all’Adnkronos le dichiarazioni rilasciate da Massimo Ceccherini e, poi, rettificate sull’Oscar al Miglior Film Internazionale.
”Ormai viviamo in un contesto in cui tutti si sentono autorizzati a rispolverare i più vergognosi luoghi comuni degli anni ’30 – continua il giornalista – comunque la si metta la vicenda di Ceccherini fa schifo”.
”Con quella frase – spiega – Ceccherini può aver voluto dire solo due cose: o che la lobby ebraica comanda l’industria del cinema oppure, e sarebbe ancora peggio, che in un contesto internazionale in cui Israele fa questo attacco durissimo contro Gaza, per ‘riequilibrare’, fanno vincere il film sull’olocausto che tra l’altro ho visto ed è un film strepitoso, un capolavoro assoluto che meritava di vincere l’Oscar’.’ Parenzo definisce le scuse dell’attore toscano ”pietose, un bel silenzio non fu mai detto”.
“Ferilli? Insinua il dubbio, chiarisca. ‘Zona di interesse’ ha vinto perché è un grande film”
(…) Parenzo sottolinea: “La Ferilli la conosco e mi sta anche simpatica, spero che chiarisca al più presto quello che voleva dire perché non va bene seminare il dubbio. Mi auguro che lo faccia al più presto. Diciamolo chiaramente: ‘La zona di interesse’ ha vinto perché è un grande film, lo dice anche il pubblico”.
Parenzo si dice preoccupato per il clima che si respira in Italia in questi ultimi mesi: “Ormai la parola d’ordine è che a Gaza c’è un genocidio, che Israele è uno stato nazista e che Netanyahu è peggio di Hitler e siccome è passata questa equazione vergognosa, sulla scia di questa follia, tutti si sentono autorizzati nel processo di nazificazione di Israele. I responsabili di questo clima che si è venuto a creare sono due: uno si chiama Alessandro Orsini e l’altra Elena Basile. Quando due supposti intellettuali usano questo linguaggio nelle aule accademiche è chiaro che anche l’ultimo attore si sente in qualche modo autorizzato a usare quel paragone li”’.
”Gli intellettuali – sottolinea il giornalista – dovrebbero essere quelli che pesano le parole e sanno anche spiegare quello che sta accadendo. Siamo ritornati prepotentemente in un clima che ricorda quello del 9 ottobre del 1982 quando fu attaccata la sinagoga di Roma e fu ucciso un bambino di soli due anni”, conclude.