Fonte: facebook
Andrea Colli – 19 settembre 2014
“…Sergio Cofferati portò in piazza tre milioni di persone per difendere l’articolo 18. Allora era minacciato dal governo di Silvio Berlusconi e tutto il centrosinistra si ritrovò in quella piazza per difendere i diritti dei lavoratori. Massimo D’Alema, allora presidente dei Ds, si spinse a dire che per il Cavaliere “la sfida con questo sindacato sarà perdente”. Ma le parole di sdegno anti-padronale e di solidarietà operaista riguardavano tutti, Ds e Margherita. Il presidente dei Ds guidava la delegazione del suo partito insieme a Piero Fassino, il segretario nazionale, oggi sindaco di Torino e sponsor indefesso di Matteo Renzi.
Mentre allora affermava con nettezza che “sull’articolo 18 il governo ha fatto una sciocchezza” e si compiaceva per una “manifestazione serena e compatta” segno di un “grande movimento di opposizione”. Insieme ai due dirigenti principali c’erano tutti gli altri esponenti del centrosinistra. C’erano Veltroni, Rosy Bindi, Violante, Pietro Ingrao, Fabio Mussi ma anche i suoi esponenti liberisti tra cui un Enrico Morando che sfilava in difesa dell’articolo 18 mentre oggi lo affossa da viceministro dell’Economia del governo Renzi. E’ stata la manifestazione più grande di sempre, il “lungo fiume rosso” che parlava di “speranza” e di “futuro”. Questi i titoli dell’Unità il giorno dopo il grande corteo della Cgil al Circo Massimo, il 23 marzo 2002. Entusiasmo a piene mani di un gruppo dirigente che presagiva la rivincita contro Berlusconi.
Poi venne la seconda volta di Prodi, vennero altri governi di centrosinistra fino all’avvento di Renzi che l’articolo 18, forse, lo cancellerà davvero. Di quella giornata, della foto-ricordo della sinistra che fu, resta oggi un po’ di mal di pancia di default nel Pd che proverà a strappare qualche risultato.”.