Yanis Varoufakis: “L’Italia obbedisce a Washington e Bruxelles. Il nemico della mia amica Schlein è il Pd”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Letizia Tortello
Fonte: La Stampa

Yanis Varoufakis: “L’Italia obbedisce a Washington e Bruxelles. Il nemico della mia amica Schlein è il Pd”

«Il centrosinistra ha capitolato, non solo in Grecia. Dagli Anni 80-90, ha formato un cartello con il centrodestra, cooptato dal settore finanziario, è diventato un diverso volto politico del Big Business. Tra non molto, La Stampa tornerà a parlare di una nuova crisi greca. Il “miracolo economico” è solo un’illusione». Yanis Varoufakis è sempre il solito, ma ancora più determinato. Ha incassato un paio di giorni, dopo il voto di domenica scorsa, con risultato choc: il politico più famoso dell’Ellade resta fuori dal Parlamento. Zero seggi, il suo MeRA25 non ha raggiunto il 3%. Lui, più combattivo di prima, punta alle urne del 25 giugno. Il Paese tornerà ai seggi, nessuno è in grado di formare un governo. Né il premier Kyriakos Mitsotakis, centrodestra, che ha raggiunto il 40%, né la sinistra di Syriza (Alexis Tsipras) schiantata ad un misero 20%.

Varoufakis, come si spiega questo crollo della sinistra?

«Difficile sapere da dove cominciare. La sinistra, a livello internazionale, non si è mai ripresa dalla caduta dell’Urss e dalla sua incapacità di trarre vantaggio dal crollo del turbocapitalismo nel 2008. La resa di Syriza nel luglio 2015, contro il verdetto del 62% degli elettori che ci avevano ordinato di non capitolare in quel magnifico referendum, ha distrutto l’opportunità che la sinistra europea aveva di proporre una nuova agenda per l’Ue, che si allontanasse dal principio del “socialismo per banchieri e oligarchi, e per il resto austerità”. In Grecia, Mitsotakis ha instaurato un’egemonia senza precedenti. Ha stretto un patto simile a Orban e Erdogan con i media degli oligarchi, per creare propaganda di massa. Con il Recovery Plan per la pandemia, Mitsotakis ha utilizzato altri 50 miliardi di debito per comprare influenze. Questa irresponsabile corsa al debito ci si ritorcerà contro».

Dunque, è colpa dei greci che non hanno capito? La crescita prevista dall’Ue per il vostro Paese è del 2,4%. Perché dice che la Grecia è più in bancarotta che mai?
«Quando siamo andati in bancarotta nel 2010, il nostro debito era di 300 miliardi e le entrate di 220 miliardi. Oggi, il debito è di 420 miliardi, le entrate di circa 200 miliardi. Se a questo si aggiunge la triplicazione del debito privato non performante, si ottiene il quadro reale. L’unica ragione per cui esiste l’illusione di un “miracolo greco” è che la Bce continua a comprare il nostro debito, i fondi avvoltoio stanno facendo enormi profitti acquistando proprietà private a prezzi stracciati e il governo ha fatto prestiti e speso come se non ci fosse un domani».

«L’unica cosa che ha impedito all’eurozona di morire sono i quasi 8.000 miliardi di euro che la Bce ha stampato e trasferito al settore finanziario. Il risultato è stato, dapprima, un’inflazione che ha avvantaggiato solo i ricchi e, dopo la pandemia e l’Ucraina, un’enorme crisi del costo della vita. Ora, la Bce si trova in un terribile dilemma: aumentare i tassi e rischiare di schiacciare l’Italia, le banche e le imprese? O non aumentare i tassi e vedere schizzare l’inflazione? Nel frattempo, l’Ue sta rimanendo indietro rispetto a Usa e Cina sui fronti tecnologici che contano: AI, batterie sofisticate, microchip, ecc. Il prezzo del “whatever it takes” di Draghi è un continente pieno di europei più poveri, che arretra dal punto di vista economico, tecnologico e, sì, geostrategico».

Scusi, ma le sue ricette così radicali non è che forse spaventano gli elettori? Le urne ve l’hanno detto. Ad esempio, Dimitra, la criptovaluta che volete creare, per ridimensionare il ruolo delle banche.
«A spaventare è stata una campagna pianificata per demonizzarci, per il semplice motivo che abbiamo denunciato i crimini finanziari commessi dagli oligarchi che “casualmente” possedevano ogni singola stazione radiotelevisiva».

Qualche maligno dice che lascerà la politica. È vero?
«È molto mal informato. Abbiamo mancato di 23 mila voti i 10 seggi in Parlamento. Combatteremo il 25 giugno. Io sono quel che Aristotele definiva un uomo: “animale politico”».

Ieri, in Grecia, un nuovo naufragio di rifugiati, a Mykonos, con tre morti. Una settimana fa, un video del New York Times denunciava la vostra Guardia costiera che abbandonava migranti in mezzo all’Egeo. Il governo Mitsotakis nasconde i respingimenti?
«Posso affermare di sì. Il governo di Mitsotakis sta violando attivamente e consapevolmente il diritto internazionale, respingendo nel Mar Egeo in tempesta le imbarcazioni con i migranti. È una politica deliberata per far commettere alla nostra Guardia costiera atti che, secondo il diritto del mare e la decenza umana, sono vergognosi e illegali. Abbiamo prove concrete. Il premier uscente ha scelto di dominare la politica greca combinando accondiscendenza verso le grandi imprese e gli oligarchi e pacificando le masse dei greci impoveriti con dosi di ultranazionalismo e razzismo».

Domani si vota in Turchia. Intanto, la Grecia costruisce un muro al confine. Come dovrebbe affrontare l’Europa la questione migranti?
«I muri sono una vergogna per l’umanità. Lo dicevamo per Trump. L’Europa invecchia. Abbiamo un grave bisogno di molti migranti ogni anno. Abbiamo anche il dovere di accogliere rifugiati provenienti da guerre e catastrofe climatica di cui siamo in parte responsabili. Dobbiamo riformare il trattato di Dublino, invece di “imprigionare” rifugiati ai confini, in Grecia e Italia. Dobbiamo aprire centri in Asia e Africa dove le persone possano chiedere lo status di rifugiato senza attraversare deserti e navigare in mari pericolosissimi».

Lei è un caro amico di Elly Schlein. Ora, con lei, la sinistra ha qualche chance in Italia?
«Mando affetto, solidarietà e i migliori auguri a Elly. Temo che i suoi peggiori nemici siano all’interno del Pd. Il suo successo dipenderà dall’affrontare loro, prima di affrontare Meloni».

Come giudica il governo di Giorgia Meloni? Lei, ad esempio, è d’accordo con la premier italiana sul Mes.
«Finora, Meloni è stata per l’estrema destra italiana quello che Tsipras è stato per la sinistra radicale greca: ha seguito alla lettera i comandi di Bruxelles, Francoforte e Washington. Le origini ideologiche del suo partito affondano nel fascismo e fanno paura, su questo ci sono pochi dubbi».

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