In tempi di eventi climatici estremi e repentini, come quelli della Romagna, c’è da chiedersi se abbiamo in Natura un regno di massima regolarità ed ordine. Esso c’è: ogni mattina il Sole sorge ed ogni sera tramonta, e così le stelle e le costellazioni. Ma come detto esiste un altro settore della Natura dove è difficilissimo, se non impossibile, avere delle certezze nei confronti di un temporale.
Con sicurezza affermiamo che domani il Sole sarà in un dato punto del cielo a tal ora, ma non possiamo altrimenti sapere con sicurezza l’aspetto di una formazione di nubi, se essa porterà burrasca o pioggia. Si può calcolare anche a distanza di secoli il momento di una eclisse solare o lunare, ma non prevedere con certezza matematica un terremoto o una eruzione.
Quella che chiamiamo Natura nella sua realtà è la confluenza di regolarità e irregolarità, la presenza simultanea di avvenimenti imprevedibili seppur ricorrenti insieme a quanto avviene con corso regolare. Ci si può chiedere a questo punto se anche in noi esseri umani si ritrovi quanto osserviamo al di fuori, se possiamo distinguere anche in noi i due settori della regolarità e della irregolarità.
Generalmente, pronunciamo giudizi assennati, formuliamo calcoli, esaminiamo i fenomeni e ne troviamo le coerenze. Lo facciamo grazie alle qualità che emergono dall’azione della nostra intelligenza, della ragione, dei nostri impulsi volitivi basati su un sano pensare. Possiamo eventualmente divenire pedanti e ossessionati dalla precisione, ma è solo un lato estremo.
Abbiamo però anche una seconda vita, quella che assume ogni tanto un corso tempestoso ed irregolare, quei momenti di sfogo, quelle geniali folgorazioni, quei sogni in veglia. Sono momenti simili a temporali che colpiscono la nostra anima e vi si scaricano. Questa disposizione è comune per tutti noi, e si presenta anche in forma di sogni. Ma questi sogni non avvengono solo di notte o al momento che precede il risveglio. Noi infatti sogniamo continuamente. Il sognare ufficiale avviene quando osserviamo la corrente incessante del sogno notturno. In realtà si sogna sempre. La differenza è che i pensieri che si hanno durante la veglia hanno più peso e prevalgono, salvo in quei momenti in cui fanno irruzione le irregolarità.
Quindi, nelle forze che costituiscono la coscienza di veglia abbiamo per così dire una copia del corso astronomico con la sua regolarità, e non vi sarebbe una sana coscienza di veglia senza il corso delle stelle. Le forze che invece osserviamo nei fenomeni meteo, vulcanici o sismici operano ugualmente nelle profondità dell’anima. Anche in questo nesso noi ripetiamo il macrocosmo. Il nostro spirito pensa secondo l’astronomia, la nostra vita sognante, fantastica, vive e tesse secondo la Natura terrestre, meteorologica, tellurica.