IL PENSARE CHE SI LIBERA

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: Filoteo Nicolini

I nostri concetti non avrebbero senso se non vi fossero più corpi solidi ma solo fluidi. Immaginando tutto il mondo intorno a noi come un unico corpo fluido, senza che ci siano più corpi solidi, i concetti ordinari perderebbero il significato e bisognerebbe concepirne altri. Se io fossi un pesce e divenissi capace di pensare e frequentare la scuola, dovrei studiare qualcosa che per me non esiste affatto, perché vivo nell’acqua.  Trovo corpi solidi solo ai confini del mio mondo, li sfioro e subito me ne allontano.

Così,  se il pesce cominciasse a pensare, avrebbe pensieri diversi da quelli ordinari. La parabola si conclude dicendo che se mi confronto con un mondo fluido, se tutto è fluido e penetrabile, dovrei avere pensieri adeguati e lasciare quelli abituali. Se ci trasportassimo idealmente a quelle fasi iniziali dell’evoluzione terrestre quando non esistevano corpi solidi e tutto era fluido e malleabile, anche gli animali e i proto umani, il pensiero odierno non potrebbe comprendere né essere d’aiuto, perché quelle fasi non riuscirebbe a pensarle. Per questo le concezioni moderne sugli inizi del mondo significano poco. Dato che nei mondi spirituali non vi sono corpi solidi, dobbiamo accettare l’idea  che i relativi concetti debbano essere diversi da quelli abituali e ristretti. Ci si deve quindi in qualche modo liberare di tali concetti.

Si è detto varie volte che nella civiltà greca che precedette quella latina ancora si poteva guardare ai mondi spirituali.  Poi si cominciarono a formulare concetti astratti, fissi, basati sulla logica e non più sull’immagine, e tutto venne poco a poco rappresentato a livello materiale. Se si vuole allora entrare nei mondi spirituali sono necessari concetti fluidi e descrizioni qualitative, concetti che mutano in continuazione. Disegnando sul foglio il corpo fisico si imitano ad un dipresso le linee esterne così come sono. Ma volendo disegnare il corpo eterico delle forze formative non si può farlo allo stesso modo. Si può al massimo dare una immagine in un preciso momento. Nell’istante successivo già è differente  essa si muove in continuazione. Non si riescono a seguire i movimenti che sono per lo più irregolari. Dobbiamo nei mondi spirituali abituarci al movimento, ai concetti fluidi.  Per tutto ciò è  necessario un pensare autonomo e adeguato.  Si può  cominciare facendo esercizi di ricordo su come era la nostra vita da bambini e adolescenti, e ciò facendo si entra in uno stato in cui non domina più solo il presente. Infatti pensare vuol dire pensare con il tramite del corpo fisico. Invece ricordare la propria vita da adolescenti non si può farlo con il corpo fisico di allora che non esiste più. Si è obbligati a pensarlo col proprio corpo eterico. Viene chiamato in causa il corpo eterico sede della memoria. Ci si può inoltre esercitare a pensare in modo diverso dal solito. Ricordando la giornata trascorsa si possono certemente ripercorrere i fatti e i pensieri che si sono succeduti temporalmente dalla mattina alla sera Si può però anche fare qualcosa d’altro: ripercorrere a ritroso gli avvenimenti e i pensieri, prima gli ultimi e poi retrocedendo fino all’inizio del giorno. Ma i fatti non avvengono così, essi marciano in avanti nel procedere del tempo. Ricordando a ritroso allora mi libero dai fatti e ciò richiede un certo sforzo e pazienza. A questo punto ci si accorge di essere abituati a pensare col corpo fisico. Il pensare autonomo basato sul corpo eterico si innesca ripercorrendo a ritroso i fatti e i pensieri, le cose vissute. Ma ciò richiede pazienza  e perseveranza.

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