IL DIMENTICARE COSCIENTE E’ CHIAVE DEL PERDONO
Si parla di pace da più parti, e il tema del perdono ci pone di fronte a sfide immense. I problemi della pace sono fortemente sentiti, ma la gente non vuole avvicinarsi alle più profonde cause perchè è scomodo, perchè si vogliono vedere le cose così come ci appaiono senza pensare che l’essere umano non è spiegabile nel suo modo ordinario di vivere, se non si tengono in conto le relazioni spirituali. Le forze del perdono sono debolmente presenti e poco sviluppate nell’anima umana in questo momento storico. Siamo sempre pronti a parlare di colpe, debiti e offese, in una accezione negativa che stabilisce giudizi e responsabilità, verdetti di condanna; ma poco o nulla disposti ad affrontare il polo opposto del perdono. Si dirà che colpa e innocenza sono termini legali giuridici, mentre invece il perdono è una questione morale e spirituale. Vorrei avvicinarmi alla natura del perdono proprio con la speranza che una concezione spirituale compenetri i cuori umani.
Nell’articolo sull’oblio si diceva che le esperienze plasmano quel componente dell’anima che forma e conserva il vissuto, altrimenti transitorio e caotico, mediante rappresentazioni, ricordi e pensieri. Questi si mutano in abitudini, passioni e temperamenti. È la nostra anima razionale e dell’indole.
Ora, noi non siamo solo memoria ed oblio, ma anche coscienza immediata che si nutre delle percezioni, le sensazioni e gli impulsi immediati di reazione e i riflessi. È la nostra anima senziente, tutto ciò che ha a che fare con le emozioni, le passioni, la marea di sensazioni ed impressioni che sale e scende continuamente. Abbiamo coscienza immediata delle nostre percezioni sensibili per mezzo del corpo astrale. Il corpo astrale è il veicolo di tutto ciò che vive in noi come impulso, desiderio e passione, tutto ciò che fluisce nell’anima come gioia e dolore, piacere e sofferenza. Il corpo eterico, al contrario, è il veicolo che rappresenta e porta in sé le qualità più durature dell’anima, cioè i pensieri e le rappresentazioni, attraverso la manifestazione della memoria.
Il corpo astrale è quindi la base della coscienza immediata, ma se l’Io non preservasse il passato e lo portasse al presente mediante il corpo eterico, il corpo astrale lo lascerebbe sempre sommergere nell’oblio. L’auto coscienza è dunque la capacità superiore data dalla memoria e dall’assimilazione fruttifera delle esperienze. L’Io è il quarto membro della nostra natura umana, il fulcro dell’auto coscienza.
In un atto di perdono portiamo a compimento in noi in piena auto coscienza e con volizione una specie di “interruzione” nel flusso ininterrotto di memoria che è alla base del nostro Io.
Quindi il perdono è un oblio evocato coscientemente e dominato dalle forze dell’Io.
Ma c’è un principio spirituale qui implicito: solo un membro superiore può esercitare una influenza su un membro inferiore. Se devo influire sul corpo eterico devo farlo dal corpo astrale, e se devo influire su quello astrale lo devo fare a partire dalle forze dell’Io. E’ possibile e fattibile modificare il flusso di coscienza astrale a partire dalle forze dell’Io, apprendere a dominare eccitazioni, cercare l’equilibrio, aprirsi in modo sano al mondo e al piacere, accettare con equanimità il dispiacere e la sofferenza così come il piacere e la gioia.
Ma risulta più difficile influire sul corpo eterico perchè prima deve essere per così dire purificato e dominato il corpo astrale. Ciò si esprime dicendo che il corpo astrale rassomiglia alla lancetta dei minuti dell’orologio, mentre il corpo eterico si muove come la lancetta delle ore. Si può paragonare realmente lo sviluppo del corpo eterico e del corpo astrale con la lancetta delle ore e la lancetta dei minuti di un orologio. Quanto sono diverse le esperienze relativamente effimere e transitorie che il quotidiano vivere ci offre, paragonate al temperamento, il carattere e le inclinazioni che persistono e continuano!!
Applicando questi fatti all’essere umano nel suo ambiente, alla vita nel mondo esterno, si notano i legami di una persona con l’epoca in cui vive, con una nazione, con una famiglia, che si rivelano tutti nelle sue abitudini, temperamento e inclinazioni durature. Queste qualità relativamente fisse e permanenti tendono ad essere osservabili, non solo nella persona stessa, ma in tutti coloro con cui è in qualche modo connesso: la sua famiglia, la sua nazione, ecc. Gli individui separati di una nazione sono riconoscibili attraverso le loro abitudini e temperamento comuni.
Nel corpo astrale, tuttavia, risiede la capacità della persona di sollevarsi più facilmente da certe qualità che lo vincolano a una vita comune con gli altri, per stabilirsi come individuo separato nella sua famiglia, nella sua gente, così che non sarà un semplice italiano né un semplice francese né un membro di una famiglia, ma si distinguerà come un’individualità speciale all’interno del popolo, della famiglia, ecc. Quelle qualità che trascendono le abitudini e il temperamento sono radicate nel corpo astrale. Il corpo astrale è il loro portatore. Si vede così che il corpo astrale porta più di ciò che è individuale e personale nella persona.
Ora va considerato il quarto componente dell’essere umano, l’Io, che ovviamente può commettere atti di egoismo che si verificano proprio per il fatto di aver raggiunto l’indipendenza. Per elevarci gradualmente, in piena coscienza, alla libertà e all’indipendenza, dobbiamo passare attraverso l’egoismo esercitando il libero arbitrio. Il fatto è che le esperienze che l’Io fa del mondo esteriore non sono proprie della vera essenza dell’essere umano. È il nostro Io ordinario, o inferiore.
Per seguire il discorso precedente, l’Io può essere influenzato positivamente solo dal suo Io superiore, la sua personalità spirituale. Solo l’Io superiore è capace di esercitare in senso positivo una influenza sull’Io ordinario. Qui abbiamo indicazioni sulla natura più interna del processo del perdono: siamo in grado di perdonare volontariamente solo se permettiamo che la luce dell’Io superiore illumini il nostro Io inferiore, lasciandola permeare con le forze della personalità spirituale.
E qui si vede che la relazione tra Io superiore e inferiore è fondata proprio sul perdono, in quanto ciò che l’Io superiore compie riguardo l’Io inferiore durante la vita terrestre è un atto continuo di perdono, perdono per gli innumerevoli errori ed atti di egoismo che l’Io inferiore commette in continuazione, e in totale ignoranza dell’impulso della personalità spirituale che costantemente lo guida.
Il meccanismo occulto del perdono è dunque così. Come risultato di uno sforzo di volontà si forma uno spazio privo di memoria nel flusso ininterrotto della memoria che permea l’Io. In quello spazio la sostanza dell’Io superiore o personalità spirituale può fluire. L’atto di perdono è dunque il dimenticare cosciente di un male o una ingiustizia subita, senza reazioni soggettive ma in uno stato di equanimità ed accettazione del destino. Il ricordo negativo e recriminante deve trasformarsi in una sorta di oblio, con una decisa volontà di restaurare nel mondo il bene che è stato sottratto dall’azione errata.
FILOTEO NICOLINI
IMMAGINE: S. BOSIS