Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Seconda dichiarazione di voto. Con Conte per Bersani
La personalità conta. E’ sempre contata. Non esiste una buona politica senza un leader che la interpreti e sintetizzi in forma incarnata, né una ideologia di redenzione senza il suo profeta. E certo conta il gruppo dirigente e il corpo dei quadri che sta fra dirigenti e diretti. Discepoli, militanti, intellettuali organici, corpi intermedi disposti fra la vita sociale e la politica. Sono loro a garantire la continuità e l’efficacia della guida. Il buon leader si premura di costruire questo strato, il cattivo si fa il vuoto intorno e si arma di adepti per dominare. Non servendo la causa ma perseguendo il potere per il potere. Dopo di lui il diluvio.
Per chi guarda il mondo da una certa prospettiva sociale decisiva è la capacità di comunicazione del leader con il popolo. Certo sono da censurare le pose pseudo-carismatiche, come gli ammiccamenti ipocriti, l’imbellettamento mediatico e/o la protervia cesaristica. Comunque importante è l’ingaggio con la massa, il corpo a corpo, il contatto fisico con le persone, lo stile che accomuna. E un linguaggio che eleva, perché coinvolge i ‘semplici’. parlare. E’ questo superadditum che conta, senza il quale anche le apparizioni mediatiche risulterebbero false.
Fateci caso. In questa campagna elettorale solo due leader rispondono a questi requisiti: Conte e Bersani. Un paradosso. Due alleati sinceri, due consimili, obbligati a competere dalla sciagurata scelta del gruppo dirigente atlantico del Pd di spezzare l’unità del centro-sinistra.
Smentendo i critici e il coro di ‘lor signori’ che prima lo hanno descritto come un premier arruffone e inetto, poi come un leader inadeguato, Conte si è dimostrato capace di interpretare la leadership politica con rapido apprendistato. Lo sbeffeggiano come uno Zelig, un Fregoli. In realtà le sue metamorfosi ne rivelano l’intelligenza e la facilità di ‘comprensione’. Ha preso per mano un movimento smarrito e con certosina dedizione gli ha dato regole, uno statuto e una carta dei valori. Nel segno del progressismo sociale e di una partecipazione militante strutturata. Sebbene alcuni indugino sull’ombra onnipresente di Grillo e del suo ubuismo carismatico quanto dispotico, Conte è riuscito nell’impresa di neutralizzarne la presa sul movimento, sostituendo il capo agente in remoto con la sua leadership politica. Constatiamo ora il suo rinnovato feeling con la ‘gente’, specie, ma non solo, nelle piazze stracolme del sud. Gente comune, cioè non abbiente, piccola classe media, lavoratori, pensionati e giovani precari. I corifei della ‘casta’ lo denunciano come un ‘descamisado’, uno scambista politico, a metà tra Lauro e Peron. In realtà il suo stile di approccio alla gente è di carattere dialogico e argomentativo, improntato all’eleganza e al bon ton. Non imita il ‘volgo’ con mimetismi stereotipi. Ne rispetta piuttosto quel desiderio di decenza e onorabilità che chiunque viene dal popolo ben conosce. Reddito di cittadinanza, salario minimo, lotta al precariato il suo manifesto sociale, ma il discorso politico è compatto, comprensivo e coerente, dalla politica istituzionale a quella estera.. Se si vuole un ‘populismo gentile’ che rende giustizia a un concetto in sé positivo e ineludibile per qualsiasi forza progressista. Se qualcuno vede trasparire con ribrezzo qualcosa di sud-americano è il caso di dargli ragione. Ma in positivo, se è vero che tutta la stagione di emancipazione di quel continente ha la sua cifra in questo tipo di populismo. Napoli si differenzia da Rio de Janeiro solo in quanto è ancor più bella. Conte è riuscito a trasformare l’energia brutale e indistinta del grillismo nella sua fase montante in un progetto critico di sistema politicamente strutturato. Progressista, appunto.
E comunque non v’è dubbio: rispetto a leader che si appellano a slogan proiettivi, mezzi busti da talk show, egolatri pseudo tecnocratici, il perseguitato unico, l’indecente, l’impresentabile, il ‘cane bastonato’ li batte tutti.
Anche Bersani è popular, lo conosciamo, e sa parlare, rappresentandolo meglio d’ogni altro, a quella militanza di popolo residuata dalla storia della sinistra italiana. Anch’egli riempie piazze e teatri. Con effetti paradossali. Il miglior front runner impegnato ad accreditare una potenziale risintonizzazione del Pd sui temi sociali, è un ex segretario che dal Pd è stato cacciato senza rispetto alcuno. E che peraltro sino all’ultimo ha stigmatizzato come errata la politica perorata da Letta & company. Un reietto vituperato sino a pochi giorni orsono e ora invocato come salvatore della patria. Da gente che si sbellicava per Renzi, lo additava come traditore e che non ha neanche il coraggio di farsi vedere per strada. Essendo che la propaganda per il Pd (Bersani escluso e con lui qualche raro caso come i dirigenti di Articolo Uno) è affidata in esclusiva ai funzionari stipendiati del gruppo Gedi. Mi fa pena vedere Bersani dire cose giuste nel luogo e nella situazione sbagliata. Lo capisco e provo imbarazzo.
Conte e Bersani avrebbero costituito una gran coppia, capace di portare alla vittoria le masse popolari, dando gambe veloci e possenti all’esperienza giallo-rossa. Così non è stato. Anche perché la stessa giovane dirigenza di art. 1 ha preferito la via di un opinabile entrismo nelle liste Pd. Non gliene voglio e dopo il 25 mi auguro si faccia di necessità virtù, anche se il percorso della riunificazione sarà difficile e complesso. Ma è certo che la linea di Bersani avrà le condizioni migliori in una forte affermazione della lista capitanata da Conte. Questa stessa affermazione sarà peraltro decisiva, ovunquje ma soprattutto nei collegi uninominali del Sud, per limitare lo strappotere consegnato alla destra dall’imbelle politica del Pd.
Per questo come frate minore dell’abbazia torno sulle tracce di Bersani, il grande abate, per salvarne il messaggio, e vado incontro ai barbari. Voto Conte. Camera e Senato. Son salti mortali, lo so. Ma se questi disgraziati ci hanno consegnato un circo al buon frate non resta che saltare. Più in alto che si può. Senza rete.