Fonte: Il Fatto Quotidiano
Dal telefono arrivano clangori metallici e rumori vari. Ma lo smartphone non c’entra nulla: dall’altra parte della linea Giuseppe Conte si sta cucinando delle uova al tegamino per pranzo. Però il tempo per rispondere lo trova.
Le elezioni sembrano giocarsi innanzitutto al Sud, dove voi 5Stelle potreste vincere qualche collegio uninominale. Secondo El Pais, “il M5S è tornato a essere l’unica speranza di fermare l’ascesa della destra italiana”.
Attenzione a credere che la partita si giochi solo al Sud: noi 5Stelle ci rivolgiamo a tutto il Paese. Io sono il presidente del Consiglio che durante la pandemia, di fronte al collasso del Nord, intervenne con cinque variazioni di bilancio. Facemmo investimenti per oltre 130 miliardi, andati in gran parte proprio a quella parte del Paese aggredita per prima e in forma più grave dal Covid. E anche dei 209 miliardi del Pnrr, la maggior parte andrà alle regioni del Nord.
Ma le percentuali di gran lunga più alte dovreste averle sotto Roma. Per il Reddito di cittadinanza, giusto?
Siamo forti al Sud, ma è una mistificazione dire che il motivo è il Reddito. Abbiamo tante proposte serie, e siamo una forza coerente e credibile.
Nel migliore dei casi potreste solo impedire al centrodestra di stravincere. A meno che dopo il voto non vi decidiate a trattare per una maggioranza alternativa.
Abbiamo già precisato che non siamo disposti ad ammucchiate indistinte. Riteniamo che il Paese abbia bisogno di un chiaro progetto politico per rialzarsi. E quel progetto è il nostro.
Da soli non si governa. Comanderebbe comunque il centrodestra.
È la democrazia, ferme restando tutte le riserve sulle ricette del centrodestra e sulla sua ambiguità e pericolosità, visto anche il voto pro Orban dato da FdI e Lega nel Parlamento europeo.
Stando all’Ansa, un alto dirigente della Casa Bianca avrebbe detto: “Questa narrativa da fine del mondo sulle elezioni italiane non corrisponde alle nostre aspettative”. Ma il Pd ha costruito la campagna sul pericolo Meloni.
È l’ennesima dimostrazione che le polarizzazioni non giovano a chi le cavalca per confondere i cittadini e pensare al proprio tornaconto. Mi sembra che questa divisione tra bene e male, questa continua distribuzione di patenti di legittimità politica da parte di Letta e dei vertici del Pd, si sia rivelata per loro un clamoroso boomerang, oltre che ad aver spianato la strada alla Meloni.
A proposito: Letta e un altro maggiorente dem, Enrico Borghi, la accusano di ambiguità rispetto alla Russia di Putin. Ha esagerato coi distinguo?
Nessuna ambiguità ma massima chiarezza, il Pd si rassegni. Noi, a differenza loro, non ci siamo messi l’elmetto in testa e non abbiamo sposato in modo acquiescente la strategia di Washington, che non ci sta prospettando una via d’uscita da questa guerra.
Pur rifiutandosi di tornare a Palazzo Chigi, Mario Draghi può influenzare la politica e i partiti?
In quanto autorevole esponente di mondi finanziari e bancari, che da sempre hanno un peso nei processi decisionali italiani, sicuramente potrà avere un’influenza. Ma io sono animato da uno spirito autenticamente democratico e mi auguro che tutte le decisioni avvengano in modo trasparente e che anche negli altri partiti si smetta di lavorare raccogliendo le agende dei salotti.
Perché i partiti raccoglierebbero queste agende? Per interessi o per semplice debolezza?
Ci sono forze politiche che non nascono come interpretazione di una comunità di sentimenti, ma come un gruppo chiamato a rappresentare gli interessi di alcuni segmenti di società o di alcuni gruppi imprenditoriali. E l’esempio più evidente è il terzo polo di Renzi e Calenda. Nel caso di Letta, invece, si fa riferimento all’Agenda Draghi perché c’è un deficit di visione politica e di elaborazione progettuale.
Lei attacca sempre “gli attuali vertici del Pd”, come li definisce. Ma se cambiassero, si risiederebbe al tavolo coi dem?
Non faccio previsioni su cosa accadrà in casa d’altri. Con Letta non ci può più essere dialogo.
Sul Fatto il governatore dem Michele Emiliano ha fatto appello al voto utile in Puglia: “Al Pd o al M5S, l’importante è fermare la destra”. Vi ha fatto gioco.
È stata una considerazione ragionevole, dato il contesto attuale. Il voto utile, a differenza di ciò che ha sostenuto Letta durante tutta la campagna elettorale, è quello al M5S.
Invece è ragionevole la proposta di Meloni sul presidenzialismo?
Non credo che si possa avviare una discussione seria per riformare il nostro sistema costituzionale nel segno del presidenzialismo. È una prospettiva troppo aleatoria e troppo rischiosa. Mi sembra più sensato lavorare per rendere più efficiente l’attuale sistema, rafforzando e stabilizzando l’azione dell’esecutivo e permettendo al Parlamento di esprimere posizioni di indirizzo nei confronti del governo.
Mantenere la regola dei due mandati vi ha aiutato sul piano dei consensi?
La coerenza paga sempre, e il fatto di aver rispettato un impegno preso può aver contribuito a confermare la fiducia dei cittadini.