Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Un Paese che si ritira nel proprio privato
Vi dico la verità, io mi aspettavo addirittura che si votasse il 18 settembre. Tanto sono convinto che si vogliano neutralizzare il più possibile i due elementi cardine della politica: il dibattito pubblico e la partecipazione dei cittadini. Senza di questi resta davvero ben poco, e tutto si riduce al “fare”, che vuol dire priorità assoluta all’esecutivo e (presunta) competenza “tecnica” nei ministeri. Una campagna elettorale all’insegna di una politica sempre più impoverita, asciugata di senso, ridotta all’osso tecnocratico e agli equilibrismi di centro. Ve ne meravigliate? Io no. È la conseguenza logica di quel che si è fatto testardamente in tutti questi anni, e che ha prodotto un diffuso disincanto, l’astensionismo, l’idea che ognuno se la debba cavare da solo, soprattutto se è un poveraccio. Bravi, continuate così. Lettismo, draghismo e centrismo sono la peggiore medicina per un Paese che si ritira nel proprio privato, senza più strumenti per fare politica e occuparsi del bene pubblico.