Piccolo consuntivo elezioni sindaci

per mafalda conti
Piccolo consuntivo
di Fausto Anderlini
Anche se le formule locali sono le più varie il contesto è quello di un ‘campo largo’ di governo che vince avendo al centro, almeno in nuce, un ‘campo largo’ della sinistra. Da queste elezioni esce vincente la linea Letta, mentre la destra appare per quel che è: un blocco ideologico senza una politica, inadatto al governo e percorso da divisioni più profonde di quel che si creda. Conte e il M5S scontano una transizione difficile ma l’asse col Pd si conferma come l’unica linea possibile. Semmai il problema è quello di una più spiccata caratterizzazione nell’ambito dell’alleanza.
Più che il governo Draghi, già in sè inamovibile, il voto stabilizza, almeno in ipotesi, la legislatura, quale che sia la soluzione presidenziale. Il governo Draghi esce confermato secondo una sorta di ‘fiducia passiva’, come in fondo è intrinseco alle soluzioni tecnico emergenziali di successo. Il largo astensionismo è anche l’effetto dell’assenza di validi motivi per votargli contro. Diverso sarebbe stato il discorso se la destra salviniano-meloniana avesse vinto.
Il risultato non è proiettabile sulle sulle elezioni politiche anche se come proxi non è irrilevante. Non è detto che quando verrà il momento l’offerta politica sia la stessa che i sondaggi continuano a testare con inossidabile monotonia.
I sondaggi sono fallaci da almeno una decina d’anni. Anche questa volta le previsioni si sono dimostrate ben lontane dagli esiti, come già nelle recenti regionali. La fallacia deriva dal fatto che le rilevazioni demoscopiche non riescono a prevedere (nè si sforzano di farlo) il comportamento dell’elettorato sommerso, cioè il tasso di partecipazione e le sue direzioni.
Le cause dell’astensionismo sono molteplici. In primo luogo l’assenza di una polarizzazione pro/contro il governo nazionale. Se i cortei contro il green pass hanno ottenuto uno scopo è stato di dimostrare il loro isolamento, spingendo semmai molti elettori di destra verso l’astensione. L’eccitazione della piazza si è risolta in una sedazione delle urne. In secondo luogo gioca la caduta di rango della politica municipale a fronte dei processi di centralizzazione regionali. In terzo luogo la crescente frammentazione dell’offerta politica in salsa civica. Le liste locali attraggono preferenze ma allontanano gli elettori. Non tirerei comunque in ballo il sistema elettorale e la ‘personalizzazione’ (la quale ultima può avere effetti in un senso o in un altro).
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