FACCIA A FACCIA CON GLI ETERI FORMATIVI

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

                                                   FACCIA A FACCIA CON GLI ETERI FORMATIVI

Studieresti la Natura? Allora ricorda
Uno e Tutti devono andare insieme.
Niente dentro e niente fuori.
Perché ciò che è dentro è anche fuori.
Affrettati amico, guarda in alto, guarda.
I suoi misteri aperti si svelano!
Vera la sua apparenza, reale il suo gioco;
Rallegrati in loro e in lei. (Goethe)

Oggi si fa un gran parlare della Natura minacciata dall’azione umana, e vorremmo tutti correggere e riparare i danni, invertire la rotta, riscattare.

Pure, dovremmo anche cercare di essere “riscattati” dalla Natura, che a ben vedere ha tanto da insegnarci sul piano spirituale. Se nella Natura non intravediamo i segni che ci portano alla Creazione, asfittico è il nostro rapporto con essa, velato di materialismo. Diceva saggiamente J. Ruskin che bisogna saper discernere la mano del vasaio che modella l’argilla dal piede che solamente batte la ruota e la fa girare.*

E aggiungeva con ironia “ Prendiamo il vertice e il centro dell’interpretazione scientifica del più grande maestro. Newton ci ha spiegato, o almeno una volta suppose spiegarci, perché la mela sia caduta. Ma non ha mai pensato di spiegare l’esatta domanda correlata ma infinitamente più difficile di come la mela sia salita lassù.”

Ecco in poche fulminee frasi racchiuso il nostro dilemma: come avvicinarci alla Natura nel giusto modo. E’ la coscienza comune che dobbiamo ampliare se vogliamo avvicinarci con umiltà e riverenza al modus operandi dello spirito nella materia. Verrebbe da dire che se non ci mettiamo alla ricerca della mano del vasaio…. meritiamo rimanere nell’incantesimo della materia.

Infatti, non ci si avvicina alla vera Natura attraverso il calcolo e la misura più di quanto si arrivi all’essenza di una persona quando si conosce il numero di passi che fa in un giorno o quanto nutrimento ha assimilato.

Formuliamo allora delle riflessioni iniziali riguardo l’eterno lavorio della Natura e il senso del nostro stare al Mondo. Della Natura percepiamo stati e mutamenti attraverso i nostri sensi. Pensiamo ai mutevoli fenomeni atmosferici, alla linfa che ascende nella pianta in determinate epoche, alla rotazione della Terra sul suo asse, al magnetismo terrestre, alle correnti telluriche e la gravità. Quando andiamo oltre gli stati e le loro metamorfosi che i sensi registrano, una duplice domanda allora si impone al nostro pensiero: Che cosa mantiene gli stati dati nella forma in cui ora esistono? Che cosa causa in determinati casi la metamorfosi da uno stato all’altro? Quali sono le forze in gioco?

Se cominciamo non dal punto di vista della materia e dei corpi, ma parafrasando Goethe da quello degli agenti primari e sottili, dobbiamo rispondere: sono le forze primarie eteriche o forze formative. Qui ci avviciniamo alla Creazione. Perché l’etere semplicemente non è materia. Non saremo mai capaci di raggiungere una vera concezione dell’etere trasferendo le leggi della materia all’etere stesso. Tentativi di descrivere lo spirito a partire da interpretazioni materiali sono stati innumerevoli e destinati a fallire. Concepiamo l’etere, o le forze eteriche, come forze formative prive di qualsiasi qualità di sostanza, come principi attivi che agiscono nel mondo fenomenico attraverso le loro tendenze attive per modellare forme e stati con qualità definite.

I corpi, in quanto oggetti di influenza delle forze eteriche, continuano in quello stato indotto da loro, fino al momento in cui altre forze eteriche libere di un altro tipo, o più forti dello stesso tipo, provocano una metamorfosi dello stato esistente. Il perché le forze eteriche siano state ignorate o eluse sarà argomento di un prossimo studio.

La scienza spirituale designa quattro tipi di etere come:
Etere di calore, Etere di luce, Etere chimico o etere sonoro e infine Etere di vita.

Le quattro forze formative eteriche hanno proceduto filogeneticamente una a partire dall’altra, ovvero esse derivano da una comune matrice e antenata, e procedono ora ontogeneticamente per processi di sviluppo evolutivo. In realtà, l’etere del calore si è evoluto in etere luminoso; l’etere luminoso in etere chimico; l’etere chimico in etere vitale. Inoltre, la relazione reciproca tra le forze eteriche è tale che l’etere posteriore, più evoluto, sempre contiene in sé gli attributi del precedente, ma sviluppa sempre, come una nuova entità, un’attività chiaramente distinguibile da quella dell’altra.

Così l’etere di vita contiene in sé l’etere di calore, l’etere di luce l’etere chimico; l’etere chimico contiene l’etere di luce e quello del calore; ecc., ecc. L’etere di calore, dal quale le altre forze dell’etere si sono evolute, essendo primordiale è a sua volta venuto in essere da stati puramente spirituali al di fuori del tempo e dello spazio.
I quattro eteri formativi possono essere a loro volta raggruppati in eteri di espansione ed eteri di contrazione ed è questa il loro aspetto più rilevante.

I primi due eteri, calore e luce, hanno la tendenza a espandere, hanno l’impulso a irradiarsi da un dato punto centrale; essi agiscono in modo centrifugo e tendente alla periferia. Mentre gli altri due, etere chimico ed etere vitale, hanno la tendenza ad attrarre verso un centro, l’impulso a concentrare tutto in un dato punto centrale; la loro azione contrae, è centripeta.

Questa polarità dei due gruppi eterei: l’impulso centrifugo, radiante, espandibile, e l’impulso centripeto di attrarre verso l’interno e di concentrare è il principio elementare che giace alla base di tutti i fenomeni.

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Nel linguaggio degli Antichi si parlava del Caos, intendendo la Matrice originale di tutto, laddove sono contenuti i modelli e gli archetipi di tutte le cose sensibili. Era senza forma e vuoto. Dal Caos emanavano due principi dinamici anch’essi senza forma e con tendenza a diffondersi ed espandersi. Erano essi il Fuoco e l’Aria, agenti della Creazione, caratterizzati dalla levità e dalla espansione. Oggi diciamo etere di calore e di luce.

Altre due li seguivano a ruota, erano quelli capaci di costituire la realtà dove le cose appaiono più o meno delineate da forme spaziali. Erano i principi dinamici dell’Acqua e della Terra, caratterizzati dalla contrazione e dalla gravità. Oggi diciamo etere chimico e di vita. In tempi passati i termini Fuoco, Aria, Acqua e Terra racchiudevano il significato profondo di principi costitutivi. Erano 4 condizioni dinamiche presenti ovunque, e con esse si cercava di esprimere le diverse esperienze. Erano l’espansione e il calore, erano la contrazione e il freddo.

Ad esempio, Acqua non stava ad indicare la combinazione di idrogeno ed ossigeno, né Aria quella miscela di gas atmosferici appresa sui banchi di Liceo. Tra Fuoco ed Aria da un lato, e Acqua e Terra dall’altro c’era profonda differenza e una linea divisoria. L’Aria e il Fuoco avevano infatti la qualità del caldo, Terra ed Acqua la qualità del freddo. Appariva quindi un aspetto polare, però esso non era fisica solamente, ma anche spirituale.

Più di uno sobbalzerà all’udire che caldo e freddo avessero significati spirituali, ma è la verità.

Ci possiamo chiedere quale parola venisse usata quando gli Antichi volevano intendere il legame con la Divinità. Nella antica India si diceva Brama, in Grecia Pneuma e Spiritus tra i Romani. Nella religione ebraica veniva insegnato che Geova avesse soffiato il respiro della vita nell’essere umano. La respirazione era allo stesso tempo relazione vitale con il Divino. Era la manifestazione cosmica del Divino, il mostrarsi e il rivelarsi spirituale.

L’Aria degli Antichi aveva pura qualità di caldo, e ciò stava ad indicare una condizione completamento priva di densità e di peso. Su questa scia gli Antichi avrebbero invece dato al peso e alla gravità qualità di freddo, perchè associati definitivamente alla materia, ovvero alla Terra e all’Acqua. E tra gli Antichi c’era la consapevolezza che il comportamento gravitazionale era solo un aspetto della polarità, e c’era un altro comportamento nel mondo dovuto alla levità. Quindi dal Caos nascono i 4 principi, uno ad uno. I primi due ne conservano l’essenza caratteristica di essere senza forma, con tendenza ad espandersi ed essere presenti ovunque. I secondi due costituiscono un campo in cui le cose vengono ad essere in forme sempre più dense e definite.

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Consideriamo anche il fatto che la coscienza si è evoluta nel trascorrere dei millenni perché si è trasformata l’organizzazione corporale e dell’anima. I cambiamenti evolutivi che vi sono stati nella Terra e negli esseri umani costituiscono un processo unitario e parallelo che ha agito in una varietà di forme. In termini approssimativi, c’è stata una progressiva condensazione e concentrazione col passare del tempo. L’emergere della coscienza intellettuale a partire dal secolo XV è il processo maggiore per il quale l’Umanità occidentale è passata nel corso del suo sviluppo. L’essere umano naturalmente non è stato sempre il pensatore cerebrale che è oggi. In Omero le persone sembrano rappresentare il mondo intorno a loro a partire dai sentimenti, non c’era concettualizzazione. Una volta nel lontanissimo passato non c’era distinzione tra ciò che è puramente fisico e quello puramente spirituale.

L’Umanità poi nel suo corso di evoluzione ha raggiunto lo stadio in cui è emersa la coscienza dello spettatore del mondo esterno a lui, coscienza che è basata su un sistema nervoso che è cresciuto più o meno indipendente dalle forze vitali dell’organismo. Fuori e dentro di noi gli eteri della condensazione hanno prevalso sugli eteri dell’espansione, che è come dire che lo Spirito e la Materia si sono separati dalla loro unione precedente, d’accordo con le necessità dell’evoluzione cosmica.

Oggi l’attività concettuale ha il suo fondamento corporale nel cervello e le appendici nervose dei sensi, mentre l’attività volitiva si basa in processi che hanno la loro parte corporale nei muscoli, arti e metabolismo. Ci troviamo in una realtà polare, un polo dell’”indurimento” rappresentato dai nervi e prolungamenti nei sensi, e un polo opposto rappresentato dal sistema metabolico e muscolare. Si intravede nel sistema nervoso l’azione prevalente degli eteri che concentrano e addensano dotando l’essere umano di sensi e capacità rappresentativa. In breve, per fornire il fondamento della coscienza da svegli, parti del corpo hanno dovuto divorziarsi dalla vita. Ciò ha condotto alla coscienza di essere spettatori e separati dagli oggetti.

Ancora un’ultima considerazione **. Ossa e muscoli stanno in una ben definita relazione genetica tra di loro, essendo le ossa in relazione ai muscoli l’uno l’opposto polare dell’altro. Le ossa sono il sistema portante che evidenza la mineralizzazione, ovvero l’addensamento. Naturalmente le ossa degli arti rispondono a cause meccaniche. Sono trascinate dall’azione dei muscoli. Chiediamoci allora a che cosa rispondono i muscoli…..

FILOTEO NICOLINI

* John Ruskin, The Ethics of the Dust, Lecture X, 1866

** Cfr. Cultura https://www.nuovatlantide.org/la-tazzina-del-caffe-e-il-divenire-del-mondo/

 Immagine: Mi amor

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