Fonte: facebook
di Andrea Colli – 3 settemre 2014
“…il revival generato dalla triade di anniversari nell’era del Nazareno, cioè il trentesimo della morte di Berlinguer, il sessantesimo di quella di De Gasperi, infine il cinquantesimo di quella di Togliatti, ha favorito la trasfigurazione dei tre leader politici in santini buoni per tutte le stagioni. Tipica operazione di chi nell’uso politico della storia trova le ragioni per giustificare il presente, amplificandone le convergenze. Non a caso il rapporto tra Togliatti e De Gasperi (con tanto di dibattito sull’intitolazione allo statista dc delle feste dell’Unità) è stato scolorito al punto da additarlo come modello imperituro di concordia per superare il famigerato bipolarismo muscolare che imprigionerebbe l’Italia del berlusconismo e della Seconda Repubblica. BALLE. De Gasperi e Togliatti si detestavano e dopo la comune esperienza di governo nata con la svolta di Salerno del 1944 arrivarono alle elezioni del 1948 in un clima d’odio puro. In quella campagna elettorale, De Gasperi definì Togliatti “un agnello dal piede caprino”, cioè il diavolo, e questi rispose nel comizio finale di piazza San Giovanni a Roma rivelando che si era fatto applicare due file di chiodi alle suole delle scarpe per dare un calcio nel sedere all’avversario. Semmai oggi è l’esatto contrario. L’inciucio tra Renzi e Berlusconi è talmente soffice e soave che non ha bisogno di trovare finte ragioni nella nostra storia. Anche perché i partiti e le ideologie non esistono più e De Gasperi e Togliatti furono i chierici maggiori (stavolta la citazione è di Curzio Malaparte) di due chiese che si fecero la guerra in modo aspro. Oggi invece tutti i forzisti di ogni ordine e grado stanno girando indisturbati e applauditi per le feste dell’Unità di ogni livello, da quella nazionale di Bologna alle locali, mentre Pippo Civati (da quella nazionale) ne viene estromesso artatamente quale corpo estraneo. E prima di Renzi, fu Veltroni nel 2008 a non citare mai Berlusconi nella campagna per le politiche di quell’anno. Da allora è tutta una mucillaggine politica, non storiografica, che ha fatto del Pd un partito confessionale e conformista, perciò buono solo per l’inciucio.”