Fonte: facebook
di Alfredo Morganti 3 settembre 2014
“Vi stupirò” aveva detto, minacciando una riforma della scuola di lì a momenti, massimo il 29 agosto. Poi iniziò ad accampare scuse: troppe riforme, c’è l’ingorgo, se ne parla un’altra volta. Dopodiché la riforma (pardon, patto) finisce su ‘passodopopasso’ (il sito) in attesa che arrivino copiosi gli ‘I like’ del Popolo, suggerimenti a vario titolo e persino sui programmi (Levamo ‘sti Promessi Sposi che so’ na palla) nonché (soprattutto) i soldi per assumere i 150.000 precari (e magari assegnare loro dei mini jobs, tipo portare i bambini in fila al bagno). “Settembre 2015”, adesso sento dire dallo stesso stupefattore. Perché la rivoluzione dell’educazione si farà il prossimo anno. Non più #adesso, ma #concomodo. Chi ci corre dietro? La morale: voleva stupirci con effetti speciali, ma costavano troppo.