Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La crisi dell’etica e la società degli sciocchi
Sono d’accordo con chi dice che l’obbligo vaccinale, come tutti gli obblighi, provocherebbe una spinta archimedea eguale e contraria, con scarsi effetti pratici. Ma è pur vero che l’appello alla responsabilità non funziona, o funziona poco. Pensate agli assembramenti da euro 2020, cui abbiamo assistito impunemente in questi giorni (e di cui ora raccogliamo i frutti virali). Perché questo? Perché viviamo in un’epoca senza più un’etica, dove la condotta umana non è orientata da valori specifici o da virtù riconosciute oppure dal senso del vivere assieme. Ma è stata sostituita dall’interesse personale, dal tornaconto, ed è su questa base che molti calcolano vantaggi o svantaggi delle proprie scelte individuali o di gruppo.
La verità è che non ci può essere un senso di responsabilità in astratto, nel vuoto di valori. Alla fine tende a prevalere il calcolo personale, egoistico, l’interesse ristretto. Quello della mamma, per dire, che non fa vaccinare il proprio ragazzo, perché aspetta di vedere l’effetto sugli altri coetanei, oppure quello di chi non si vaccina perché mica è scemo a sperimentare su di sé e in anticipo gli effetti collaterali. C’è un tornaconto personale, insomma, che domina su tutto e che diventa una vera e propria sciagura per la collettività, che non vive solo nel calcolo di convenienza ma soprattutto negli atti di solidarietà e di coesione sociale.
Dopo di che, diciamolo, l’assenza di un’etica rende anche un po’ scemi. I campioni del tornaconto, difatti, non si rendono conto che è anche nel loro specifico interesse vaccinarsi. Se il virus galoppa, se torna il clima plumbeo dei mesi scorsi, la libertà personale di godere e divertirsi che invocano viene a mancare. Si torna alle restrizioni, di cui sono proprio loro i primi a soffrire di più. E poi, se il virus circola, potrebbe variare ancora e rendere persino ininfluenti i vaccini, con enormi ricadute sulla salute pubblica, sulla mobilità personale e quindi anche sui loro spritz, le loro movide, le loro vacanze cool o, più semplicemente, sul loro desiderio di essere sani alla faccia di chi sta in terapia intensiva o al cimitero.
La crisi dell’etica, invece di potenziare l’intelligenza personale e sociale, la corrode, fa credere di scegliere condotte adeguate al proprio tornaconto personale, anche se in realtà sono contro il proprio interesse. Ci fa pensare di aver scelto la libertà, quando invece si stanno agevolando nuove chiusure o nuove limitazioni. Ci spinge a pensare di tutelare la nostra salute rifiutando la vaccinazione, ma in realtà ci spinge verso il rischio di una escalation della pandemia dannosa per tutti, a partire da chi non è vaccinato. Ecco, vi dico la verità, a me una società così fa paura. È la società dei ‘vincenti’ scemi, degli egoisti stolti, degli sciocchi che si credono intelligenti: di chi è convinto di essere più furbo di tutti, ma in realtà è solo inutile, anzi dannoso a sé e agli altri.