Governo Draghi: intervista al giurista Musacchio

per Vincenzo Musacchio

Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale, è associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). E’ ricercatore dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. E’ stato allievo di Giuliano Vassalli e amico e collaboratore di Antonino Caponnetto.

Professore a suo parere il PD sta gestendo bene questa fase di crisi politica?

Non mi pare svolga il ruolo di primo piano che dovrebbe competergli. Mi sembra marginale. Lo definirei un puntellatore di Governi nei quali svolge al massimo il ruolo di co-protagonista. Non è minimamente paragonabile a una forza politica che ha in sé il meglio delle due esperienze politiche di grande peso come furono quelle del PCI e della DC.

Perché secondo lei il PD si è imprigionato nel ruolo di Conte Premier?

Non si è imprigionato si è adagiato per convenienza. Conte univa PD e Cinque Stelle allora andava bene per rimanere forza governativa. E’ un partito senza grandi strategie politiche che ha perso completamente il dna di sinistra. Ripeto, è mancata quella parte entusiasmante propria del PCI, dove primeggiava il rispetto, il rigore, la compostezza, l’idea che prima di parlare devi conoscere l’argomento.

PD, LeU e M5S resteranno uniti?

Se resteranno uniti, lo faranno per convenienza elettorale. L’esperienza di Governo non mi pare sia stata proficua né sul versante politico tantomeno su quello economico. I fatti ci dicono che neanche la gestione della pandemia e della conseguente crisi abbiano evidenziato risultati passabili. Resterà il Governo nato per evitare le elezioni e la possibile vittoria delle destre sovraniste.

Conte prenderà la leadership dell’alleanza giallorossa?

Non credo. Forse riuscirà a guidare i Cinque Stelle, tuttavia, ho qualche dubbio anche in merito a questo secondo aspetto, poiché ci sono altre personalità che nel movimento scalpitano per quel ruolo.

Conte è stato paragonato a Prodi e a Ciampi?

Non diciamo fandonie. Parliamo di giganti con un curriculum di valenza internazionale sia politico, sia accademico. Sono personalità che hanno fatto la storia d’Italia. Conte si è trovato a svolgere il suo ruolo per puro caso. Non dico che sia stato un pessimo Presidente del Consiglio, ne abbiamo avuti di peggiori, ma il paragone è improponibile.

Che pensa di Renzi e che ruolo avrà in futuro?

A me non piace. Non è uno stupido e soprattutto ora fa comodo come capro espiatorio della crisi in atto. Sul che farà bisogna chiederlo a lui. Penso sarà spettatore da semplice senatore.

Che fine farà il M5S?

Sarà uno dei tanti partiti “standardizzati” che certamente perderà quel consenso che l’ha portato a essere la prima forza politica in Parlamento. Le sue sorti sono legate a Conte e all’alleanza con il PD. Potrebbe anche decidere di ritornare ai “Vaffa Day” ma molti italiani non gli crederebbero più. Hanno governato con tutti e governeranno anche con Berlusconi. Una grande delusione per chi aveva creduto in questo movimento.

La Lega cosa farà?

Salvini, consigliato da Giorgetti, sa che se vuole governare in prospettiva futura questo Paese, l’occasione Draghi è un’opportunità da cogliere come manna dal cielo. Appoggiare Draghi servirà a Salvini per far capire all’Unione europea che lui è una persona di cui un domani ci si potrà fidare.

Draghi diventerà Capo dello Stato?

Secondo me ha ottime carte da poter giocare, prima fra tutte l’azione di governo che attuerà e se questa porterà il Paese in sicurezza fuori dall’attuale crisi.

E se si votasse?

Votare con il Rosatellum sarebbe una tragedia nella tragedia. Io credo che tra le priorità del Governo Draghi ci dovrebbe essere anche una nuova legge elettorale che tolga il potere alle segreterie dei partiti e lo restituisca ai cittadini. In cuor mio tuttavia so che non accadrà perché ai partiti il Rosatellum conviene. Penso che quest’anno non si voterà. Si andrà a votare presumibilmente dopo l’elezione del presidente della Repubblica.

L’Italia uscirà dalla pandemia? Ci salveremo?

Usciremo dalla pandemia e anche dalla crisi ma con grandissimi sacrifici in termini di morti e di disoccupazione, ma, come diceva Aldo Moro questo Paese, non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere. Io credo che il futuro dell’Italia dipenderà anche dagli italiani.

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