Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il tempo delle elezioni e quello della cura
Verrà il tempo delle elezioni. Non ora. Verrà il momento della resa dei conti politici. Certo che verrà. Ma ora è il tempo della cura, dell’assistenza, della solidarietà, dell’attenzione sociale, della collettività, della reciprocità. La battaglia non è certo finita, perché 1.500 persone morte in due giorni sono un’infinità. Ora è il tempo di cambiare il Paese, investendo nel tentativo le risorse di cui disponiamo. Non solo quelle del Recovery Fund, ma i sacrifici fatti in questi mesi, la fatica e la sofferenza di chi ha combattuto il virus e tutte le risorse morali e materiali messe in campo da tanti di noi per resistere al Covid. Questo deve essere il nostro investimento, su ciò dobbiamo concentrarci; facendo finta, per ora, che non sia esistito lo scandalo della informazione e dei media, né la speculazione della destra, né le pressioni delle lobbies, il ringhio dei potentati, gli appetiti di molta classe dirigente più attenta al denaro che alla morte.
Renzi, la destra, i media, gli egoisti, i competitori abbiano ancora un po’ di pazienza. Verrà il tempo delle elezioni e gli italiani a quel punto giudicheranno e decideranno. Ma ora è il tempo della serietà, dell’impegno collettivo, solidale, disinteressato. So che per molti queste ultime parole sono da perdenti, da sfigati, e che solo la competizione conta, almeno sinché l’ultimo rimasto in piedi diverrà l’uomo solo al comando. Come in un video game. Come in un incubo. Ma ora i “vincenti” frenino la loro ambizione, che già questo sarebbe d’aiuto a un Paese (quasi) in ginocchio. 1.500 morti in due giorni. Non sono un buon motivo per mostrarsi adulti e responsabili invece di sgomitare? Non sono un numero orrendo, dinanzi al quale dovrebbe scattare il silenzio dei giusti? E l’operosità dei buoni di spirito, visto che è quasi Natale, quello vero, non lo shopping sfrenato?