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La crisi del ’29 ha messo sul lastrico i Romero, una ricca famiglia di New York di origini cubane, che ha mantenuto forti legami con l’isola caraibica – la madre, Maria, si dice sia una figlia naturale dell’eroe nazionale Josè Martì – grazie all’attività di commercio dello zucchero. Per fortuna uno dei figli, Cesar, nato nel 1907 nella città americana, è affascinante, ha un’aria spavalda ed elegante, e sa ballare molto bene; e così riesce a mantenere la famiglia, anche dopo il crollo di Wall Street. Cesar fa qualche parte a Broadway, ma ben presto è attratto da Hollywood e qui troverà la sua fortuna. Negli anni Trenta e Quaranta, quando serve un gangster italiano o un principe indiano, un latin lover dall’aria scanzonata o un cow-boy dai tratti decisi, un affascinante truffatore o un seducente ballerino, Cesar Romero – sempre con i suoi baffi perfettamente curati – risponde alla chiamata: in questi anni interpreta decine di film e lavora con tutti i grandi. E, pur rimanendo uno scapolo incallito, viene fotografato nei locali più eleganti di New York e di Los Angeles con le più belle attrici di Hollywood, da Joan Crawford a Ginger Rogers, da Barbara Stanwyck ad Ann Sheridan. Poi, quando il cinema sembra aver meno bisogno di lui, e dei suoi baffetti, arriva la televisione: è lo zio donnaiolo di Zorro, nella serie degli anni Cinquanta che abbiamo amato per il povero sergente Garcia, interpretato dal bravo Henry Calvin. E comunque quando serve un playboy un po’ in disarmo, Cesar c’è.
Burgess Meredith, nato anche lui nel 1907, a Cleveland, a differenza di Romero, non è uno dei belli di Hollywood; anche se ha sposato la splendida Paulette Goddard. Ma per almeno sessant’anni Burgess, membro a vita dell’Actor’s Studio, uno dei pochissimi su invito, è stato un grande protagonista del teatro e del cinema americani. A Broadway ha interpretato moltissimi personaggi, dai classici shakespeariani a Beckett, passando per Eugene O’Neill, che porta anche a Londra. A teatro è anche un apprezzato regista: nel 1974 la sua regia di Ulysses in Nighttown, un adattamento di un episodio dell’Ulisse di Joyce, con Zero Mostel e Fionnula Flanagan, ottiene una nomination ai Tony. E sempre negli anni Settanta ottiene le due nomination agli Oscar come attore non protagonista della sua lunga carriera a Hollywood: per il ruolo di Harry Greener, un vecchio attore del vaudeville caduto in disgrazia in Il giorno della locusta, di John Schlesinger, e per quello di Mickey Goldmill, l’allenatore di Rocky. Anche se la sua interpretazione più importante rimane quella del personaggio di George nella versione cinematografica di Uomini e topi di John Steinbeck, diretta nel 1939 da Lewis Milestone. Uno dei pochi film in cui è il protagonista. Come nel suo, molto significativo, esordio cinematografico. Nell’autunno del 1935 Burgess è il protagonista a Broadway di Winterset, una delle opere più importanti del noto drammaturgo americano Maxwell Anderson. Burgess Meredith interpreta Mio Romagna che cerca di provare l’innocenza di suo padre, condannato a morte per una rapina e un omicidio che non ha commesso, una storia in cui sono ben chiari i riferimenti alla vicenda di Bartolomeo Vanzetti e di Nicola Sacco, uccisi dalla giustizia americana solo otto anni prima. Nel 1936 il dramma diventa un film, diretto da Alfred Santell, conosciuto in Italia con il titolo Sotto i ponti di New York: Burgess e gran parte degli altri attori che hanno portato in scena quello spettacolo sono chiamati a interpretare anche il film: un fatto abbastanza inusuale, ma siamo ancora nella Pre-Code Hollywood. E questo esordio sarà una delle ragioni per cui Burgess finirà nel mirino della Commissione per le attività antiamericane, con un inevitabile riflesso sulla sua carriera: negli anni Cinquanta e Sessanta potrà interpretare meno film, proprio a causa di queste accuse. Avrà comunque la sua rivincita: Burgess nel 1977 vince uno dei molti Emmy della sua carriera interpretando l’avvocato Joseph Nye Welch in un film per la televisione dedicato alla storia del senatore McCarthy. Welch è stato uno degli uomini che si è battuto in aula con più coraggio e determinazione contro McCarthy, contribuendo alla sua sconfitta.
E poi c’è un quartetto di “cattive” che non posso non citare: Anne Baxter e Shelley Winters, che hanno vinto un’Oscar, e Joan Collins e Carolyn Jones, che abbiamo amato come Morticia Addams. Come vedete, con i “cattivi” di Batman posso raccontare vecchie storie di Hollywood ancora per un po’.
Julie è nata a Los Angeles il 16 agosto 1933 e ha dimostrato fin da bambina un talento per la danza. A quindici anni è nella compagnia della Los Angeles Opera, ma con quelle gambe e quel sorriso così seducente il suo destino è naturalmente a Hollywood. Nella prima metà degli anni Cinquanta partecipa come ballerina – senza che il suo nome appaia nei titoli – a molti film musicali, compreso un classico come The Bandwagon di Vincente Minnelli. In Gli amori di Cleopatra è la ragazza completamente rivestita d’oro nella corte della regina d’Egitto. Finalmente nel 1954 è – anche se il nome nei titoli è ancora Julie Newmeyer – Dorcas Gaylen, una delle Sette spose per sette fratelli, quella che sposa il secondogenito Benjamin. E così Julie – ormai Newmar – può debuttare anche a Broadway. In The Marriage-Go-Round della commediografa Leslie Stevens, Julie è Katrin, la figlia di un professore universitario svedese che viene ospitata da una coppia di colleghi della New York University, Paul e Content, interpretati da due grandi come Charles Boyer e Claudette Colbert. La vita dei due professori è sconvolta dall’arrivo della giovane donna che si dimostra molto più disinibita delle sue coetanee americane, tanto da chiedere loro di poter fare un figlio con Paul, in modo che il bambino sia intelligente come lui e bello come lei. E visto che lei è Julie questa proposta – che naturalmente alla fine non sarà accettata – riesce a innescare tutta una serie di reazioni. Julie dimostra una grande capacità in questo spettacolo e ottiene un Tony. E così quando nel 1961 viene tratto un film – in Italia arrivato con il titolo Carosello matrimoniale – a Julie viene affidata ancora una volta la parte di Katrin, a fianco di James Mason e Susan Hayward.