Fonte: facebook
di Andrea Colli – 21 agosto 2014
Pur di garantire la “ripartenza col botto” promessa l’1 agosto agli italiani, Matteo Renzi cambia in corsa il calendario dell’aggiornamento dei conti pubblici. Il nuovo Documento di economia e finanza, ha comunicato il Tesoro, non sarà presentato alle Camere il 20 settembre, come prevede una legge del 2011: arriverà in Consiglio dei ministri per il via libera solo l’1 ottobre. Per aspettare che l’Istat diffonda i conti nazionali aggiornati sulla base del tanto atteso (a Palazzo Chigi) nuovo sistema di contabilità pubblic European system of national accounts 2010, meglio noto come Esa 2010 o, in italiano, Sec 2010. Quello che prevede, tra le altre cose, che nel calcolo del prodotto interno lordo rientrino le spese in ricerca e sviluppo e quelle militari, ma pure le attività illegali, compreso traffico di droga, contrabbando e prostituzione. E che si tradurrà per l’Italia, senza che nulla cambi in concreto nell’economia reale, in un aumento del Pil di 1-2 punti percentuali. Un “doping” che non ci farà uscire dalla recessione, perché le variazioni, positive o negative, resteranno uguali, ma avrà un effetto rilevante su due parametri cruciali per il rispetto del Patto di Stabilità: il rapporto deficit/Pil e il debito/Pil. Il primo, che stando ai dati più recenti rischia di sforare il 3%, in caso di un aumento del Pil di 2 punti si ridurrebbe di 0,03-0,05 punti base. Per esempio, se il Pil 2013 grazie a Esa 2010 passerà da 1.560 a 1.590 miliardi il rapporto scenderà da poco sopra il 3% al 2,9%. Rientrando nei parametri europei. Quanto al debito/Pil, che come è noto ha raggiunto il 135,6% del PiL, calerà fino a 2,6 punti percentuali. Manna dal cielo, ora che commentatori e analisti fanno a gara per suggerire ricette in grado di colmare la voragine dei conti pubblici.