La destra degli altri e la nostra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

La destra degli altri e la nostra

Ma la destra vorrebbe davvero nel nostro Paese un presidente come Bolsonaro? O Trump? Oppure un premier come Johnson? Me lo chiedo, perché questi sono i modelli che si vedono i giro (per carità di patria non cito Orban). Tutti costoro hanno negato il virus, hanno spinto i propri paesi verso l’abisso della crisi sanitaria, hanno aperto ferite sociali insanabili, e non hanno saputo porre freno alla crisi economica nonostante lockdown inesistenti o posticci. Lo dico perché è questa la destra reale, non la propaganda anti-tasse che ormai fanno tutti o le nostalgie razziste/autoritarie oppure l’anelito a una Padania che non esiste.

La destra ha il cortissimo respiro di chi guarda sì e no appena oltre il proprio naso. Di chi fa solo spesa corrente, consuma, dilapida per puntare a profitti politici immediati. La destra ha lo sguardo fisso ai più ricchi e usa i più poveri per un fine a loro improprio, come massa di manovra o come residuo sociale da sacrificare al virus, pur di non fermare rendita e profitti dei vertici della piramide. Se la pandemia fosse stata affrontata in Italia da un duo Salvini-Meloni, la fotografia oggi sarebbe quella brasiliana o americana: numeri altissimi, sanità alle corde, nessuna prospettiva, anzi avremmo i militari alle porte del Quirinale per fare un bel coprifuoco. Senza che questo significasse nulla di positivo in termini economici (anzi, la crisi si sarebbe comunque riversata tutta sul disagio sociale a totale protezione della punta della piramide).

Per il futuro, un’ascesa della destra significherebbe quel che è già accaduto ai tempi della Tatcher nel Regno Unito, né più né meno: taglio alle tasse dei ricchi e demolizione dello Stato Sociale a tutto vantaggio dei meccanismi di produzione del profitto, nel vago auspicio che ciò possa significare, alla fine, anche qualche residuale traboccamento per i lavoratori. Ovviamente destinati a lasciare il proprio posto di lavoro dall’oggi al domani nel caso il margine di profitto si riducesse e in attesa che giungano i bonus e gli sgravi di Stato alle imprese, per aiutare i poveri azionisti. Dico solo che quelli che oggi parlano di sconfitta epocale della sinistra, dopo, dinanzi alla sconfitta vera, solida e senza finzioni, non avrebbero parole. Sapevatelo.

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