Se il buongiorno si vede dal mattino… la formazione della giunta Bonaccini

per Gabriella
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

Pedigree

Se il buongiorno si vede dal mattino non mancano indizi per presagire una fase di bel tempo. I primi passi sulla via della formazione della giunta Bonaccini sono promettenti e già lasciano intravedere un cambio di passo culturale nella promozione della classe politica: innanzitutto un ritorno della tracciabilità politica e del professionismo politico. A segnare una discontinuità rispetto a un’intera epoca dove tali requisiti sono stati demonizzati nel nome della purezza meritocratica della ‘società civile’ e dell’antipolitica, con l’annesso codazzo di homines novi, usciti dal nulla e/o, molte volte, con curricola inventati di sana pianta a protezione di verità esecrabili e di storie mediocri.

Colla viene da una lunga militanza sindacale, e se nella recente tenzone per la segreteria della Cgil è stato antagonista di Landini le sue ragioni hanno pescato proprio nella continuità professionale, cioè nell’affidabilità, dell’organizzazione come apparato generalista. Le stesse, peraltro, fatte valere contro le politiche renziane del lavoro.

Se la Schlein, di cui festeggiamo con somma gioia l’ascesa a una vicepresidenza peraltro bisognosa d’essere redenta dal lascito antipatico della Gualmini, ha una biografia necessariamente condizionata dalla giovane età, è altrettanto indubbia, persino nell’albero genealogico, la continuità di una cultura politica militante di stampo social-libertario. Del resto ‘Coraggiosa’ ha preso le mosse, col fondamentale apporto di Vasco Errani, proprio da una volontà di saldare le tematiche egalitarie del socialismo con l’ecologismo e la promozione delle libertà civili.

Bonaccini stesso è un professional politico uscito dal funzionariato classico Pci-Pds-Ds. Se l’appartenenza al Pd ha impudicamente rivelato risvolti ondivaghi e apertamente opportunistici, è anche vero che questa ‘duttilità’ non ha tracimato dai confini estremi della cultura politica. Tanto da permettergli una riconversione utile per cogliere l’attimo, cioè il cambio di fase politica. Partito con una campagna di stile ‘governista’ e ‘localista’ ha saputo assecondare nella fasi finali l’impeto identitario che ha percorso la regione.

Mauro Felicori ancora indugia su una sedicente vocazione ‘liberaldemocratica’ e (più giustamente) mette l’accento sulle competenze in materia di ‘economia dei beni culturali’ celebrate coram populo nel soggiorno alla reggia di Caserta. Un vezzo, un peccato di verecondia, che già fu proprio di Walter Vitali quando nella candidatura del ’96 fece di tutto per nascondere la sua ascendenza funzionariale e allontanare da sé la sindrome dei ‘figli di un Dio minore’. Ma noi, da queste parti, lo conosciamo bene, e taluni trascorsero anche insieme a lui qualche giorno nelle carceri di San Giovanni in Monte. Giovane comunista della Fgci e di famiglia popolare comunista, ha militato nella Suc e ha fatto apprendistato nella redazione di Città Futura (l’organo della Fgci alla fine dei ’70). Tutta la sua carriera nell’amministrazione bolognese è avvenuta a servizio dell’esecutivo, sino alla carica di capo-gabinetto nell’era di Vitali, assieme al quale aveva ingaggiato la battaglia del post-’77 (col piano giovani). Tutte le sue competenze sono maturate nel bacino di coltura della politica. E’ da lì infatti che viene un’attitudine e una curiosità che fa da volano alla competenza. Senza queste qualòità plastiche difficilmente avrebbe realizzato il suo capolavoro tanatologico una volta ‘retrocesso’ all’apparato cimiteriale del comune. Dunque, perfino a dispetto della sua falsa coscienza, è proprio questa ‘tracciabilità’ che agisce come garanzia. E una volta allontanato da sé l’ingombrante cappellaccio di Renzi, sarà proprio a questi elementi di ‘cultura politica’ che dovrà attingere per rendere al meglio nel nuovo, prestigioso, incarico.

Quanto a me, già umile agrimensore e geografo apocrifo del comunismo, sto nella mia trincea. Stamane sotto il portico del gatto e la volpe ho di nuovo incontrato il leghista che era al seguito di Salvini alla vigilia del voto. Ancora insulti e la promessa di un appuntamento ai giardinetti della Manifattura. A ognuno la frontiera che il destino ha preparato per lui.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.