di Alfredo Morganti
C’era chi diceva che il Governo Conte avrebbe potenziato i 5 stelle e rilanciato Renzi. Ovviamente il corollario necessario era la ‘pasokizzazione’ del PD. Per non parlare della sinistra extra-PD, già morta prima, figurarsi dopo l’esperienza ministeriale. Lanciare profezie in politica è davvero un azzardo. Se nemmeno la fisica è più deterministica, come potrebbe esserlo l’attività umana per eccellenza? Certo, lo si fa per ragioni polemiche, ma cambia poco, sempre profezie sono. In un bel libro (Rinascite e rivoluzioni) Garin spiega come dapprima vengano i programmi prodotti dai miti, la battaglia culturale e la prassi politica viva, e solo in ultimo una coscienza esatta, completa o quasi delle circostanze. I fatti (allo stato attuale, nella parzialità della fase) raccontano che il governo Conti 2, in realtà, ha tenuto in piedi il PD zingarettiano, oggi alle prese con il guado che dovrebbe condurlo finalmente fuori dal renzismo, comprese le sue scorie ultime; mentre ha messo in crisi il Movimento, che ha affrontato questo esperienza senza averne lo spirito giusto (quello di pensare il governo come un’opportunità grande, importante, invece che un problema).
Salvini era forte prima e lo è ancora adesso, e prima o poi toccherà farci i conti. Ma intanto potremmo chiarirci le idee, costruire forme adeguate al confronto, ascoltare un attimo di più le soggettività politiche e sociali che si muovono parallelamente alle organizzazioni politiche più tradizionali. Anche solo per non andare a elezioni del tutto a mani nude, o solo per fare un po’ di cagnara e rendere felice Repubblica, che vorrebbe tanto un “duello” Renzi-Salvini e non questa roba di coalizione. Senza dimenticare che si sta al governo per fare il bene comune, non per ragioni meramente tattiche, e per assumersi delle responsabilità verso il Paese. Badate: mettersi al servizio della collettività non è mai un autogol. Certo, se noi facessimo sempre governare la destra, potremmo vivere della rendita di posizione prodotta dallo stare immancabilmente all’opposizione, dove è notorio che, in un sistema prevalentemente maggioritario, non si conta nulla. Ma governerebbe sempre la destra appunto, quasi per nostra scelta. E un governo di destra-destra non è mai una passeggiata, in primo luogo perché punta sempre a dirottare ricchezza pubblica (il fisco) e sociale (i servizi) verso quella individuale (che poi, alla fin fine, si tratta sempre dei patrimoni dei più ricchi). È una sorta di ‘traboccamento’, sì, ma al contrario: dal basso verso l’alto.