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Calenda candidamente ammette che quello che ha professato per trent’anni sono state cazzate. Il liberismo, la logica del mercato, gli interessi dei capitale che farebbe l’interesse di tutta la comunità, lavoratori compresi. Tutte cazzate, dice ora l’ex ministro Calenda.
Una pubblica ammissione lodevole, ma non basta, perché Calenda in base a quelle sue asserzioni, per esempio, ha stipulato una ipotesi di accordo, poi divenuto contratto a firma Di Maio (il quale non si è pentito) con l’Ancelor Mittal di Taranto per il quale si consentiva l’aumentava della produzione a 10 milioni di tonnellate d’acciaio (confermato dall’accordo definitivo di Di Maio) e si sa l’inquinamento di quella fabbrica aumenta con esponente logaritmico rispetto alla produzione di acciaio. Infatti sono bastati appena pochi mesi in questo regime di produzione per vedere aumentare esponenzialmente l’inquinamento. E sempre in quell’ipotesi di accordo era previsto l’impunità penale e civile per i nuovi proprietari. Già legiferato da Renzi, confermato dall’ipotesi di accordo di Calenda e poi confermata con qualche sbandamento anche dal contratto di Di Maio.
Per essere credibile Calenda dovrebbe non solo abiurare le sue predicazioni e il suo operato liberista, ma visto che adesso è a capo di un partito, dovrebbe anche indicare quali sono le alternative a quella sua fallace predicazione liberista!!!!
