Fonte: facebook
di Corradino Mineo – 5 agosto 2014
Non c’è un soldo, ma non si deve dire. Si promette, ci si rimangia la promessa, poi si promette di nuovo. In Parlamento non si parla, tutti aspettano l’esito di incontri al vertice che avvengono o avverranno. Anche questo non si deve dire. E quando si dice qualcosa, “Non ci saranno più senatori a vita. Abolite le indennità. Le cose stanno davvero cambiando, è #lavoltabuona”, by Nicodemo e @matteorenzi, si omette di dire che l’immunità resta per i deputati. Anzi si estende a 74 consiglieri regionali e 21 sindaci. Perché? Per “facilitare” il bis del Nazareno?
“Pensioni, dietrofront sulle deroghe”, scrive il Sole24Ore. “Sulle pensioni si cambia ancora”, Corriere. “Pensioni, il governo frena” titola La Stampa. E Repubblica: “Stop sulle pensioni, Italia a crescita zero, rivolta in Parlamento”. La rivolta ci sarà pure nei corridoi, forse nei cuori, e certo in qualche intervista. Perché in Senato vedo che si continua a votare col capo chino, i 5Stelle proseguono con il loro inutile Aventino, SEL è tornata in aula ma parla poco e, distratta, lascia bocciare i suoi emendamenti ostruzionistici, noi “dissidenti” Pd abbiamo perso smalto: si può migliorare una legge sbagliata? Forse attendiamo che si arrivi al voto finale, perché ognuno si assume le responsabilità che vuole. Anche la Lega attende: i funerali, stamani, della mamma di Calderoli. Il quale poi tornerà, forse, con qualche sorpresa.
Il pasticcio delle pensioni La Stampa lo racconta così. Ruggiero Pinto compiva 60 anni nel 2012, dopo 36 anni di insegnamento pensava di ritirarsi a coltivare alberi di frutto. Ma è arrivata la Fornero, Pinto lavora ancora e, senza un miracolo, andrà tutte le mattine a scuola fino al 2018. Invece il professor Emanuele Lezoche, 69 anni, chirurgo esperto di tumori del colon retto e docente all’università di Roma non sarà mandato in pensione a 68 anni. Rimarrà in servizio fino a 72, come altri “professoroni” universitari. Ma un chirurgo “normale” dovrà lasciare a 65 anni, come un giornalista della Rai. Che senso ha? E che senso volete che abbia l’uso delle graduatorie degli idonei a macchia di leopardo, a seconda di chi alzi di più la voce. Arrivano in Parlamento migliaia di mail di quasi vincitori di concorso. E il merito, e perché noi no? Quanto al merito, cocente la delusione della senatrice Cattaneo. Aveva chiesto che l’Accademia dei Lincei proponesse alcune eccellenze per il Parlamento. Vade retro. Senatori a vita? Non lavorino né siano pagati.
Il Fatto vede nero. “La legge del Nazareno. Castigare i magistrati e salvare l’immunità”. Quest’ultima, già salvata come è stato respinto un emendamento Casson sul conflitto d’interessi, a anche se il Senatore Nencini, socialista di governo, sembra non saperlo e parla (ohibò!) di conflitto d’interessi in un’intervista a Repubblica. Quanto ai magistrati, si inaspriranno le pene pecuniarie: non proprio responsabilità civile diretta, ma un avvertimento.
Sta male anche chi ama stare sempre in maggioranza. Boccia diventa un pasdaran dei quota 96 e avverte “il premier ora provveda”, Quagliariello scrive: “in presenza di un Senato con elezione di secondo grado, sarebbe davvero difficile giustificare una Camera la cui composizione derivi più dalla nomina dei partiti che non dalla scelta degli elettori”.
Dunque, preferenze (vere, non la truffa che deriverebbe da capo lista bloccati e circoscrizioni piccolissime), ballottaggio se nessuno raggiunge il 40%, soglie d’accesso meno discriminatorie per i partiti (cioè meno potere alle coalizioni).