di Fabio Martini – 14 maggio 2919
La “nuova” Repubblica può piacere o meno (la grafica non è male), ma dal punto di vista politico il quotidiano diretto da Verdelli non ha soltanto trasformato Salvini nel male assoluto (e sin qui siamo nel solco della tradizione) ma sta tirando anche la volata alla campagna dei Cinque stelle, intervistando spesso Di Maio e trasformando Conte in uno statista, un intellettuale capace di dialogare con il filosofo Severino. Analoga la politica del “Corriere della Sera”. Si dice: scommettono entrambi su un futuro accordo Pd-Cinque stelle. Non ci vuole Einstein per capire che una “tenuta” elettorale dei Cinque stelle e un parziale sgonfiamento di Salvini ha un effetto automatico: stabilizzare il governo. E forse questo è l’obiettivo, naturalmente legittimo, che accomuna un certo establishment.