di Luigi Altea 15 aprile 2019
Bisogna arrendersi all’evidenza: la sinistra italiana, nella configurazione in cui l’abbiamo storicamente conosciuta, è morta.
Ma non è stato Matteo Renzi ad ucciderla.
E’ una storia più grande e più antica, che si è conclusa sotto l’effimero regno del bullo fiorentino, che come una iena da qualche tempo seguiva a distanza la carovana, sperando di arraffare qualcosa.
E’ stata una morte per consunzione, conseguente a timidezze, arretramenti, e tradimenti.
Una terribile sequenza di entusiasmi, di promesse fatte e non mantenute, di riforme annunciate e abbandonate, di progetti mai realizzati.
Un incessante alternarsi di speranze e delusioni, di sogni e amari risvegli.
Il Socialismo, al quale la Sinistra si ispirava, poco alla volta si è sfaldato nel liberalismo, nel liberismo, e nell’affarismo.
La vita interna della sinistra negli ultimi decenni è stata un’avida giostra di correnti e di cricche, più che un libero dibattito d’idee.
I vari tentativi di rilancio, in forme spesso velleitarie e grottesche, si sono fin qui rivelati come degli individuali piani di carriera personale.
Osservateli, uno ad uno…
C’è chi si presenta col simbolo del socialismo lodando ogni giorno il capitalismo, chi si definisce europeo proponendo misure a difesa dell’identità nazionale e dei patri confini, chi si dice di sinistra e annuncia politiche di destra, chi si professa unitario e continua a dividere…
E tuttavia sarebbe ingeneroso e sbagliato cercare d’individuare i responsabili, nell’inutile tentativo di distribuire colpe.
E’ una generazione tutta intera che ha fallito.
E’ la disfatta di una classe dirigente che non è stata all’altezza dei “padri”.
Non è mancanza di buona volontà, anzi…
Guardate con quanto impegno partecipano ai talk show, con quanto calore rispondono alle domandine di Lily Gruber, o ai quiz di Giovanni Floris.
Eppure il giorno dopo… i sondaggi registrano un altro inesorabile calo. Qualche malizioso finirà per sospettare che li invitino apposta… Chissà, forse il guaio sta proprio nel fatto che continuano ad impegnarsi.
Se la smettessero darebbero un segno di saggezza, sarebbe il riconoscimento umile di un fallimento.
D’altronde non è colpa di nessuno se la natura è ciclica, e non può sfornare sempre dei leader, dei Gramsci, dei Togliatti, e dei Berlinguer.
Anche a me sarebbe piaciuto essere Luigi Pintor, ed invece, disgraziatamente per me, sono solo Luigi Altea.
Per farmi perdonare ho solo un modo: non sognare di scrivere editoriali sul Manifesto, ed accontentarmi di scrivere qualche cartolina, qualche SMS, e qualche cazzata su Facebook.
Continuo la mia militanza cercando di cogliere ogni ragione di speranza, ogni bocciolo che annunci una possibile primavera.
Una ragazzina di sedici anni che entusiasma mezzo mondo parlando di ecologia, un ragazzo di quindici anni che a Roma affronta a viso aperto quelli di Casapound, un altro ragazzo immigrato e rifugiato, che a Milano trova e restituisce un portafoglio con 1325 euro, sono piccoli segni che i valori della Sinistra, valori di umanità e di giustizia, continuano a vivere e non moriranno mai.
Come direbbe Fausto Anderlini… lasciamo che la natura faccia il suo corso, senza impazzire per trovare fantasiose quanto improbabili soluzioni a tavolino.
Quando una favorevole congiunzione astrale lo permetterà, la Sinistra ritroverà anche una sua nuova configurazione organizzativa.
Intanto la sinistra è morta.
Viva la Sinistra!