di Giuseppe Sturniolo – 26 marzo 2019
Elezioni Basilicata.
Berlusconi è contento perché ha vinto il centrodestra, ma non capisce che lui non ha vinto nulla: il vero vincitore è Salvini.
Di Maio è contento perché il M5S è il primo partito, ma non vede che Salvini gli ha fagocitato il 50% dei votanti.
Il PD è contento perché, pur essendo a rischio di estinzione, si riscopre unico baluardo a Salvini.
Salvini è contento!
Aspettando Godot
di Fausto Anderlini – 25 marzo 2019
Ma che ritorno del bipolarismo…..se si deve aspettare che il M5S si riduca a un’inezia si rischiano le calende greche ed Egisto governerà in eterno.
Se è vero che il M5S si sgonfia è altresì vero che è ancora in grado di trattenere un corpo forse più,solido di quel che si presume. Vedremo i flussi del Cattaneo, ma è probabile che le cose in Basilicata non siano andate diversamente rispetto ad Abruzzi e Sardegna. I 5S perdono soprattutto in direzione della destra e dell’astensione mentre solo una quota minore si riversa sul cd. centro-sinistra plurale. Sicchè quel che residua è qualcosa dotato di una sua qualche coerenza: un melange c onfuso che sta fra una ‘sinistra delusa’ e un altrove che non è di sinistra e non è di destra. Ma che in qualche modo tiene. Per quanto impotente il 20 % non è comunque un primato da poco nella galassia sfarinata dei partiti,
Il caso della Basilicata è emblematico perchè esempio di regione ‘rosa’ da lunga data. Difficile pensare a un crollo di sistema di potere con caratteri endogeni. Piuttosto a una perdita più generale (nazionale) di riferimenti politici. Il sud non è il nord est, non può sussistere come énclave, Sempre si pone in un rapporto dialettico con i centri politico-statali. E’ grazie al migliore esercizio di questa mediazione tramite forti personalità locali che il centro-sinistra riuscì a stabilizzare un proprio modello. Prima in Campania e Basilicata, poi nella Puglia. Prima di mandare tutto a monte con la disastrosa performance del governo Renzi.
Il neo-bipolarismo, ove abbia un senso, e non sia così squilibrato da essere un monopolo, non può cadere dall’alto come una pera matura. Aspettando che le pecorelle rientrino nell’ovile del Pittella di turno. Tenendo Renzi fuori dalla porta ma continuando a sgranocchiare pop corn e compiacendosi dei capitomboli dei 5S nella sit com. Non sarebbe invece il caso di una offensiva verso i 5S, sì critica, ma coalizionale ? Almeno per andare a vedere i margini di possibilità. Come è possibile mettersi contro la Lega se su ogni questione dell’agenda, dalle infrastrutture alla politica estera e commerciale le posizioni del Pd sono le stesse dell’antagonista ? Perchè se i 5S non si liqueferanno mai del tutto malgrado l’impegno profuso nel fargli la baia quello che entrerà a regime non sarà altro che un tripolarismo dissimmetrico.