di Marco Caglioni 5 marzo 2019
Sento il bisogno di chiarire perché non esulto particolarmente per la vittoria di Zingaretti. Credo che Zingaretti abbia avuto il merito di recuperare tanti delusi dal Pd, molti che l’avevano abbandonato, sfiduciati dal renzismo e dalle misure varate in questi anni. Molti di loro avevano anche per un po’ guardato a sinistra dove ci sono dirigenti con enormi responsabilità che hanno fatto di tutto in questi mesi per far del proprio peggio.
Comprensibile quindi che alcuni siano tornati a guardare a cosa succedeva nel Pd (votando alle primarie).
Qui sta però la differenza con la mia analisi (e quella di molti che hanno deciso di uscire dal Pd). Il problema del Pd non credo sia il renzismo, (semmai è stato il sintomo rivelatore di un problema), credo sia sbagliato cullare l’idea che messo da parte il renzismo il Pd tornerà a essere attrattivo specialmente verso ex elettori o verso i delusi del M5S.
Bisogna abbandonare l’idea del centro-sinistra (con o senza trattino) perché è un progetto superato, si dovrebbe ripensare la parola sinistra, riconiugarla, reinterpretarla, è stata snaturata in questi anni anche dallo stesso partito democratico. Un concetto che fa fatica a essere interiorizzato anche a sinistra del Pd dove certi dirigenti credono basterà rimettere in campo quel progetto per tornare a vincere.
Per affrontare e sconfiggere la Lega invece io credo non ce la caveremo con una versione sinistra light che ha consenso soprattutto nelle città, servirà invece sporcarsi le mani, mettere la testa nelle contraddizioni dei giorni nostri, “impastarsi” le mani nella realtà.
Non mi pare che la linea Zingaretti abbia questo orizzonte e respiro. Quindi gli faccio i migliori auguri di buon lavoro ma personalmente continuo a sentirmi più vicino ad altre soluzioni e analisi. Senza rancore.