di Luigi Altea, 25 gennaio 2019
Le buone notizie si fanno spesso desiderare, ma poi arrivano, e arrivano anche in coppia.
La CGIL che esce dal suo Congresso unita, e l’elezione di Maurizio Landini a suo Segretario Generale, sono le due buone notizie, con le quali si chiude una settimana avara di novità positive…
Il Congresso di un’organizzazione di quasi sei milioni di persone è stato ignorato dalla quasi totalità dei giornali e dei telegiornali, che hanno preferito dilungarsi sulle farneticazioni di un “governante”, in preda ad un delirio di onnipotenza.
Il Congresso è stato ignorato anche dai “modernisti” frequentatori della Leopolda, che non essendo riusciti a rottamare la CGIL, hanno apertamente sperato nella sua divisione.
La CGIL resiste e va avanti.
La CGIL resta il baluardo della democrazia, sicuramente più affidabile della cosiddetta libera stampa e dei partiti sedicenti di sinistra.
La CGIL, con la sua intelligenza collettiva, ha scelto la persona che ha ritenuto sia la più adatta a guidare, in questo momento, l’Organizzazione.
Maurizio Landini ha cominciato a lavorare quand’era un ragazzino, interrompendo gli studi per fare il saldatore.
Non è, quindi, tra i più “imparati” nel mondo della sinistra, popolato da filosofi e intellettuali, non di rado tanto inutilmente saccenti, quanto supponenti e farlocchi.
E tuttavia a Landini non fanno certo difetto la cultura, le conoscenze e la competenza, acquisite nell’università di assoluta eccellenza, che sono la CGIL e il mondo del lavoro.
Vederlo e ascoltarlo è sempre stato per me un motivo di conforto e di speranza.
Il suo argomentare non è raffinato, le sue posture non sono eleganti, ma sa esprimere, con rara efficacia, pensieri, sentimenti e impegni concreti.
E’ possibile capirlo anche con l’audio spento…
Il suo sguardo e i suoi gesti non hanno bisogno di essere recintati da superflue parole ornamentali, o intervallati da pause sapienti e allusive: da soli esprimono la convinzione, l’indignazione e la grande umanità, che gli derivano dalla frequentazione dei luoghi della fatica, sempre a contatto con le persone che conoscono il sapore del pane amaro.
Come direbbe un illuminato uomo di “sinistra”, Landini è un pastore con addosso l’odore delle pecore…
I lavoratori e l’Italia tutta hanno bisogno di persone come lui che sappiano e vogliano battersi per la giustizia, per l’uguaglianza e per la civiltà.
Persone che sappiano e vogliano spendere se stessi, per mettere al riparo la democrazia dalle scorribande di opportunisti e di avventurieri.
In bocca al lupo, Segretario!