Autore originale del testo: Marco Caglioni
di Marco Caglioni – 13 novembre 2018
Ve la dico in questo modo: ci sono due pensieri mi sembrano speculari ed entrambi fallimentari e a loro modo conservatori. Da una parte c’è chi pensa di riproporre politiche rinnovate correggendo con un po’ più radicalità un impianto di rinnovato centrosinistra (Renzi o Zingaretti poco cambia), dall’altra mi pare altrettanto velleitario credere che solo e semplicemente una maggiore radicalità nelle proposte in automatico consentirebbero di avere una sinistra credibile, forte e in grado di pesare, magari costituendo l’ennesimo cartello elettorale di sinistra.
Se l’analisi del 3% è solo: abbiamo sbagliato le liste, Pietro Grasso non funzionava in tv e bastava essere un po’ più radicali per recuperare voti…la tesi è facilmente smentibile guardando al risultato di Potere al Popolo. Insomma non c’è una risposta al risultato debole che abbiamo avuto alle elezioni.
Se l’analisi del 3% è solo: abbiamo sbagliato le liste, Pietro Grasso non funzionava in tv e bastava essere un po’ più radicali per recuperare voti…la tesi è facilmente smentibile guardando al risultato di Potere al Popolo. Insomma non c’è una risposta al risultato debole che abbiamo avuto alle elezioni.
Fare la considerazione che il centrosinistra è stato tutto uno schifo e invece la Sinistra ha azzeccato tutte le analisi è una lettura semplicistica che non aiuta il futuro di nessuno.
Il centrosinistra sicuramente ha più responsabilità anche perchè in qualche modo certe responsabilità (di governare) se le è prese e le ha anche avute degli elettori. Non credo che si possa quindi affermare che la sinistra radicale invece non ha alcuna responsabilità se siamo in questa situazione. Preferisco pensare che ognuno ha ricercato la strada migliore e che ognuno oggi deve provare a tirare le conclusioni e imparare dai propri errori., possibilmente evitando di perpetrarli.
Il centrosinistra sicuramente ha più responsabilità anche perchè in qualche modo certe responsabilità (di governare) se le è prese e le ha anche avute degli elettori. Non credo che si possa quindi affermare che la sinistra radicale invece non ha alcuna responsabilità se siamo in questa situazione. Preferisco pensare che ognuno ha ricercato la strada migliore e che ognuno oggi deve provare a tirare le conclusioni e imparare dai propri errori., possibilmente evitando di perpetrarli.
Lo ripeterò fino allo sfinimento, serve cambiare cultura politica, serve dimenticare riti e consuetudini, serve uscire dallo schema sinistra radicale e sinistra riformista, una lettura fossilizzata su formule che hanno portato la sinistra e più in generale tutto il campo del centrosinistra dove è oggi.
Per farlo serve prima di tutto un approccio alla discussione che preveda necessariamente: voglia di mettersi in discussione, generosità, coraggio, volontà, determinazione, radicalità, rinnovamento (non solo puramente anagrafico). Serve la voglia e la forza di proporre e impegnarsi per un’operazione grande e di lungo respiro, per nulla dall’esito scontato, non serve a niente immaginare di muoversi nello schema attuale. C’è un mondo completamente cambiato, bisogna adeguare le letture, gli strumenti di analisi e gli strumenti. Se noi durante i pochi mesi della campagna elettorale avessimo fatto intuire che LeU poteva essere questo sono convinto che l’esito delle elezioni sarebbe stato diverso. Il tempo era poco ma avremmo delineato il nostro profilo in modo inequivocabile. Invece i gruppi dirigenti hanno ragionato negli schemi precedenti, ognuno secondo la propria cultura politica di riferimento, ognuno aggiustando solo un po’ la propria indole ma sostanzialmente confermando la volontà di non cambiare.
Molti di noi hanno creduto e credono in un nuovo partito, che non si costruisce in un mese, che non è la somma delle idee ma che è una NUOVA IDEA. Un partito, non una federazione, non un accrocchio. Un partito AUTONOMO, un partito nè di testimonianza né che sopravvive su equilibrismi senza prospettiva, serve e serviva darsi una cornice, un’identità. Poi ci si può misurare al proprio interno su alcune posizioni magari non dividendosi necessariamente fra Sinistra Italiana e MDP. Ci sono tante persone infatti che hanno creduto in Leu senza avere alcuna tessera dei tre soggetti fondatori e anche a loro va data la possibilità di esserci senza sentirsi figli di un Dio minore.
Per quanto riguarda le alleanze non dobbiamo mettere veti nè alla nostra destra (mi riferisco a chi sta alla nostra destra e a chi potrebbe starci…Pd o M5S…) nè alla nostra sinistra. Credo sia necessario saper verificare le condizioni.
Per quanto riguarda le alleanze non dobbiamo mettere veti nè alla nostra destra (mi riferisco a chi sta alla nostra destra e a chi potrebbe starci…Pd o M5S…) nè alla nostra sinistra. Credo sia necessario saper verificare le condizioni.
Se sei autonomo lo puoi fare, se metti i veti, “non con questo, non con quello” senza guardare a persone, progetti, storie, intenzioni, senza approfondire e valutare, sei già di per sè succube di posizioni altrui, sia in un senso che nell’altro.
Una sfida affascinante quella di fare Leu, ci sono ancora in piedi tutte le ragioni per affrontarla.
Una sfida affascinante quella di fare Leu, ci sono ancora in piedi tutte le ragioni per affrontarla.
Marco Caglioni – Liberi E Uguali Bergamo