di Luigi Altea – 15 ottobre 2018
Lo chiamano coraggio.
Mostrare i muscoli agli inermi, alzare la voce con i disperati, imporsi sui più deboli, negare il cibo ai bambini…
Lo chiamano coraggio.
Saranno condonati centinaia di milioni di euro a chi non ha potuto, o non ha voluto, pagare le tasse.
E’ stata rateizzata all’infinito la restituzione di 49 milioni di maltolto.
E però, ad un sindaco mite, che ha segnato di eccellenza la speranza di un gruppo di disperati, è chiesto il rendiconto fino al centesimo.
E ai bambini immigrati viene sospesa la mensa scolastica, in assenza della documentazione autenticata, dello stato di povertà dei loro genitori.
E’ la legge, dicono i sapientoni, scienziati delle regole e analfabeti del cuore.
Onore alla Caritas e alle Acli di Lodi, che hanno aperto una sottoscrizione per aiutare quei bambini.
E gratitudine a coloro che hanno dato all’iniziativa lo straordinario successo, denso di speranze e di attese…
E’ da questa buona notizia, e non dall’amarezza e dal pessimismo che ci attanagliano, che bisogna ricominciare.
La ruspa del cinismo ha trovato e troverà sempre un ostacolo nella solidarietà, nel prendersi cura, nel farsi carico, nell’andare incontro, per realizzare un mondo più umano.
C’è chi intende governare i problemi dell’umanità sofferente, dalla poltrona di un ministero, dalla scrivania di una Prefettura, o dai salotti televisivi.
E c’è chi, come a Riace, come a Baranzate, e come in tante altre felici oasi di fraternità, sa accogliere le persone guardandole nel volto, e ascoltandole una ad una…
Solo così, guardando e lasciandosi guardare, è possibile abbattere il muro di diffidenza, e d’indifferenza.
Solo interessandosi alla storia dell’altro e facendo in modo che diventi anche la nostra storia, sarà possibile pacificare il mondo.
A Riace e altrove c’è chi preferisce accendere una lampada piuttosto che maledire la notte.
Al Viminale c’è chi non si accontenta di maledire la notte, e cerca di spegnere la lampada.
Ma non ci riuscirà…