Il caso Cucchi e il “popolo”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 12 ottobre 2018

Cos’è stato, il ‘caso Cucchi’ se non un oltraggio verso il ‘popolo’ a cui costantemente ci si appella? A chi appartiene la famiglia Cucchi se non al ‘popolo’? Al ‘popolo’ composto per larga parte di persone normali, semplici, ordinarie – ma combattive, orgogliose, coraggiose, tenaci proprio come Ilaria? Questa vicenda è una cartina al tornasole, indica meglio di ogni altra cosa la sincerità di questi ‘populisti’, i sentimenti effettivi che provano per coloro che pure nominano incessantemente e blandiscono con un bonus, un condono, una mancia, uno sgravio, un taglio delle tasse. In cambio di cui chiedono, poi, una sorta di salvacondotto per governare altri trent’anni alla faccia di tutti.

Per i ‘populisti’ nostrani il ‘popolo’ è una specie di bancomat, dove depositare bonus e incassare potere, niente più. Se avessero davvero a cuore i bisogni ‘popolari’, forse avrebbero affrontato con più convinzione e più rispetto il tema del Ponte Morandi a Genova, avrebbero avviato un grande piano di manutenzione nazionale, avrebbero messo a punto un piano del lavoro e non avrebbero destinato agli investimenti la miseria dello 0,2% del PIL (3 miliardi di euro in tutto a fronte di 40 miliardi di manovra), vantandosene pure in Parlamento come ha fatto Savona, l’economista del ‘popolo’, l’uomo degli eventi imprevedibili ancorché ideati.

A chi mi dice che la povertà si batte con i sussidi, dico che per battere davvero la povertà serve la ricchezza sociale, servono i beni comuni, perché non ha senso darmi 200 euro in più al mese e poi smontare il welfare, i servizi pubblici, la sicurezza sociale. E non ha senso riempirsi la bocca di ‘popolo’ per poi oltraggiare i sentimenti di una famiglia sana e orgogliosa come la famiglia Cucchi, per di più con dichiarazioni pubbliche che inorridiscono, e anche solo a citarle si resta turbati. Non basteranno scuse lunghe da qui alla Luna per sanare l’oltraggio e le sofferenze, e per onorare un’idea di giustizia ogni giorno offesa e ingiuriata, anche solo per cavarne un voto in più.

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