Fonte: Il Giornale.it
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Alessandro Sallusti per Il Giornale.it
Ognuno può pensarla come crede, ma certo Salvini non è uno stupido che può davvero pensare di impedire a una nave della nostra Marina Militare, la Diciotti, di attraccare in un porto italiano, né credere di potersi sostituire alla magistratura decidendo lui chi arrestare e chi no. Così come fra poche ore non potrà impedire di far soccorrere – se necessario – lo scalcagnato peschereccio carico di immigrati che sta facendo rotta sulle coste italiane.
A Salvini interessa dire con forza che lui gli sbarchi li proibisce senza se e senza ma, pur sapendo che lo sbarco, nella maggior parte dei casi ovviamente avverrà, ma per decisione di altri. Così a fare la figura del pro clandestini non sarà lui ma il premier Conte, il presidente Mattarella o chiunque abbia l’onere di fare rispettare trattati, leggi e Costituzione e il potere di annullare gli ordini del ministro dell’Interno.
TRIBUNA A SAN SIRO ALESSANDRO SALLUSTI IN MEZZO A DANIELA SANTANCHE SILVIO BERLUSCONI E MARIA ROSARIA ROSSI
Alla lunga, sbarco dopo sbarco, Mattarella diventerà agli occhi degli italiani un pericoloso comunista, Conte un pappamolla e Di Maio (che dà un colpo al cerchio e uno alla botte) un inutile ammennicolo. Una strategia perfetta per mantenere la centralità mediatica e fare volare la Lega nei sondaggi.
MATTEO SALVINI DIRETTA FACEBOOK
È bravo Salvini, molto bravo. Ma soprattutto è furbo, molto furbo. Anche Di Maio è furbo, ma meno e rischia di essere vittima della nota legge in base alla quale quando due furbi si incontrano uno dei due è costretto a cambiare categoria. E siccome a Di Maio tolta la furbizia non resta nulla di significativo, sappiamo già come andrà a finire, cioè che Salvini se lo mangerà, nel senso che lo mollerà dopo averlo spremuto come un limone. Che è sempre meglio di un patto durevole perché come diceva Leonardo Sciascia: «Quando un furbo si allea con un imbecille siamo alla vigilia di una dittatura».
Ma c’è di più. Oltre che furbo come una volpe, Salvini è fortunato come pochi. Perché se uno o più degli immigrati bloccati, respinti o dirottati per sua volontà, dovesse nel mentre lasciarci in qualche modo le penne sarebbe la sua fine, a prescindere dal consenso popolare. Nessun Paese occidentale, populista o no, può infatti permettersi di avere un ministro dell’Interno killer. Quindi, caro Salvini, buona fortuna.