“FALLITO IL TENTATIVO DEL GOVERNO DI CONCENTRARE A ROMA TUTTE LE CAUSE ELETTORALI”
Comunicato stampa di Felice Besostri – 17 febbraio 2018
La decisione della Cassazione dello scorso 12 febbraio di accogliere il ricorso contro la decisione del Tribunale di Brescia di devolvere il giudizio in materia elettorale al Tribunale di Roma ha significato in maniera definitiva, in termini di giurisprudenza, che la competenza nei ricorsi per l’accertamento del diritto di votare secondo Costituzione è dei Tribunali dove risiedono i ricorrenti.
Spiega l’Avvocato Felice Besostri, coordinatore degli Avvocati Antitalikum e candidato alla Camera dei Deputati di Liberi e Uguali “Quello che conta è il diritto che uno vuole tutelare, e un diritto costituzionale fondamentale come il diritto di voto, va tutelato nel luogo dove uno intende esercitarlo, cioè il Comune di residenza” e aggiunge “Percio’ il circondario del Tribunale, sede dell’Avvocatura distrettuale dello Stato competente per territorio”. Come accaduto per l’Italicum “sarà possibile quindi presentare lo stesso ricorso presso più Tribunali di Città capoluogo di distretto di Corte d’Appello, di fatto si è trattato di una strategia militare che si è dimostrata vincente contro l’Italikum” ha commentato Besostri “grazie a 22 ricorsi di cui 5 approdati in Corte Costituzionale che il 25 gennaio del 2017 ha dichiarato incostituzionale la legge elettorale Italicum, con conseguente abolizione del premio di maggioranza”.
“Soprattutto in campagna elettorale oltre a indicare come votare e chi votare va trasmesso il messaggio che questa legge elettorale, imposta con 8 voti di fiducia dal Governo, è incostituzionale per voto congiunto e liste bloccate, pluralità di candidature, assenza di scorporo per far contare i voti nel maggioritario due volte ed eleggere i candidati nei collegi uninominali in numero maggiore di quello che spetterebbe rispetto alla quota proporzionale”.
E conclude Besostri “Con la decisione della Cassazione è fallito il tentativo ispirato dal governo di far concentrare a Roma tutte le cause elettorali, con la convinzione che per scelta politica o per sovraccarico di lavoro questi ricorsi non sarebbero mai approdati alla Corte Costituzionale”.
Monica Pepe
Ufficio stampa