di Franco Cardini – 10 dicembre 2017
PER ONESTA’ E PER LA PRECISIONE. DICHIARAZIONE DI ANTIANTIFASCISMO
Credo che la mia simpatìa, la mia comprensione e il mio appoggio nei confronti dei migranti e la mia avversione nei confronti di qualunque forma di pregiudizio, di allarmismo riguardo alle “invasioni” e di xenofobia siano ben noti. Non mi piacciono nemmeno le aggressioni e le intimidazioni: per questo, l’irruzione di un gruppo di naziskin nella sede di un sodalizio comasco che s’impegna a favore dei migranti, qualche giorno fa, mi ha indignato. D’altronde, non mi piacciono nemmeno i “processi alle streghe”: se quelli di Forza Nuova o di Casa Pound tengono una riunione, o anche se organizzano una manifestazione, il punto è chiedere da loro quel che si chiede a tuti gli altri: correttezza e rispetto degli altri; di tutti, avversari compresi. Chiunque, di qualunque tendenza o colore, cerca d’impedire agli altri di parlare è condannabile; chiunque, di qualunque tendenza o colore, vuol esprimere e manifestare le sue idee dev’esser libero di farlo. Se le idee sono cattive, vanno combattute con idee migliori. Ciò vale anche per idee considerate “fasciste”: Il ventilato progetto di legge contro il “liberticidio”, ipotizzando un diritto d’opinione, è – paradossalmente – un progetto di legge liberticida. Coloro che considerano il fascismo come l’unico nemico delle libertà civili dovrebbero – ancora una volta: paradossalmente – considerarlo un progetto di legge fascista nella sostanza, per quanto miri a reprimere espressioni politiche a loro volta fasciste. D’altronde, Ennio Flaiano sosteneva che esistono due tipi di fascismo, cioè il fascismo e l’antifascismo. La nostra Costituzione difende la libertà di pensiero senza limitazione alcuna: vieta, certo, la ricostituzione del Partito Fascista (ma con un provvedimento a carattere esplicitamente transitorio); tuttavia non le opinioni fasciste in sé e per sé. D’altra parte, alcuni giornali di “destra”, criticando le grottesche affermazioni a proposito dell’“ondata nera”, hanno denunziato che in Italia esistono addiritura tredici partiti comunisti. E allora? Siamo di nuovo alla caccia agli “opposti estremismi”, ovviamente nel nome della “democrazia”?
Non sono antifascista. E non sono anticomunista. Non solo perché fascismo e comunismo, “fattore f” e “fattore k” fanno parte entrambi della nostra storia e sono stati entrambi abbracciati talora da violenti e da criminali, ma anche da tante persone oneste e in buona fede, intenzionate a lavorare per il bene della società alla quale appartenevano. Sarebbe giunto il momento di storicizzare queste realtà e questi eventi senza isterismo e senza malafede.
Quel che non mi piace, nell’antifascismo come nell’anticomunismo, è la loro genericità e la loro apodittica pretesa di trovarsi naturaliter nel giusto; la loro pretesa di avere abbracciato la scelta più ovvia e ineccepibile e al tempo stesso di aver con ciò compiuto un atto di coraggio civile. Quel che in essi non mi piace, ancora, è l’ambiguità: vi sono mille modi differenti e contrastanti di essere antifascisti, come mille modi differenti e contrastanti di essere anticomunisti. Per giunta, bisogna pur aver il coraggio e la lucidità di ammettere che in politica le contrapposizioni sono sovente parziali e condizionate, difficilmente totali e irremissibili. Il cattolicesimo, ad esempio, ha storicamente avuto contatti e perfino “complicità” sia col fascismo, sia col comunismo; e, sul piano socioeconomico, il fascismo è – almeno in molte delle sue espressioni – tutt’altro che “di destra”, più vicino al socialismo e allo stesso comunismo che non ad esempio al liberalismo.
Last but not least, a proposito della “bella manifestazione” di Como. Il PD è elettoralmente parlando nelle peste. Che qualcuno al suo interno, o al suo vertice, conti di trovare un nuovo catalizzatore nel logoro e vetusto argomento dell’antifascismo, e che con il pretesto di esso si voglia riunire il più possibile delle “fronde sparse” della sinistra. Questo dell’antifascismo è presentato come un impegno morale: ebbene, agitar la morale con un palese scopo di convenienza politica è sul serio corruptio optimi pessima.
Per questi motivi, e nel nome della libertà di coscienza, ritengo mio dovere morale dichiararmi antiantifascista e antianticomunista.