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di Sinistra per Canosa, 10 dicembre 2017
Secondo Prezzolini era la “virtù degli imbecilli”. Si può almeno convenire sul fatto che, non solo in politica, la coerenza assoluta sia impossibile o peggio ancora mostruosa, ma se non è da considerarsi una virtù una tale forma di coerenza, di certo non lo possono essere nemmeno l’incoerenza demagogica, il più sfrontato trasversalismo e il peggior consociativismo.
Il punto è a mio avviso un altro. La coerenza di fondo, seppur da coniugarsi con una buona dose di realismo ed adattabilità (nei modi e nei mezzi, non negli obiettivi), è una virtù in politica solo fintanto che sussiste l’autonomia della Politica. Perché soltanto se c’è autonomia della Politica c’è anche un orizzonte progettuale nel quale proiettarsi, e nel quale valutare la coerenza. Ma progetto significa temporalità. In altri termini, la coerenza ha bisogno della temporalità, senza passato e futuro non si pone nemmeno come questione.
Ora, nell’epoca del post-ideologico e dell’egemonia neo/ordoliberale, la Politica è svuotata proprio della sua autonomia, in nome della sua asserita riconducibilità all’economia (a sua volta declassata a mera contabilità). In questo svuotamento, le categorie della politica, a cominciare da quelle fondamentali di Destra e Sinistra, non avrebbero più, si suggerisce, alcun senso, perché si dichiara che tutti i problemi importanti sono problemi economici neutri alle ideologie, dunque di natura strettamente “pratica”; e, quindi, non esiste più orizzonte progettuale, perché esiste solo il presente; e a questo punto non esiste propriamente nemmeno contraddizione, perché nel qui e ora, nel quadro della pura e semplice amministrazione dell’esistente, si dissolvono insieme la temporalità e la responsabilità dei politici divenuti irrimediabilmente politicanti.
Di fatto si può dire qualunque cosa e se qualcuno obietta che è esattamente il contrario di quanto affermato in un già lontanissimo ieri si potrà persino scegliere comodamente in che modo replicare, se affermando di essere stati fraintesi, o sostenere che nel frattempo sono cambiate le condizioni generali del problema. Nell’era del post-ideologico agli statisti e ai politici, che bene o male il problema della coerenza devono porselo eccome, sono subentrati semplici amministratori dell’esistente, che non devono mai preoccuparsi di essere coerenti.