Liberi e Uguali, ultima chiamata per la Sinistra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pietro Sergi
di Pietro Sergi – 5 dicembre 2017
Ci chiedevano unità e abbiamo lavorato per unire chi ci credeva. Ci chiedevano volti nuovi e io ne vedo molti, in giro, soprattutto, consentitemi un minimo di partigianeria, in Sinistra Italiana che attraverso Congressi territoriali e altri passaggi ha notevolmente rinnovato i propri quadri dirigenti; ma anche in Possibile e MDP. Ora, dire che “tutto va ben, Madama la Marchesa” sarebbe sbagliato, ma è sbagliato anche criticare sempre tutto, qualsiasi cosa non sia esattamente come la nostra presunzione di purezza assoluta vorrebbe. Sono convinto che a Sinistra siamo come i Commissari tecnici della Nazionale: tutti bravi e tutti a convocare sempre quelli migliori, per forza diversi dagli altri, possibilmente che non abbiano esperienze di nessun genere, o, meglio ancora, che non abbiano mai giocato a calcio. Certamente la stagione politica tende a guardare verso esperienze liquide o populistiche mentre in tanti siamo convinti che ora più che mai il vero gesto rivoluzionario sia puntare al rilancio della buona Politica, con la P maiuscola! Io credo che parlare di ripristino dell’Art.18 e non più 17 e mezzo, parlare di cancellazione della legge Fornero, di superamento del Jobs Act, di Scuola pubblica, di Sanità per tutti e possibilmente dignitosa, di dignità lavorativa sia esattamente questo: investire in buona Politica. Sarà molto importante la selezione dei candidati in lista, mixare bene esperienza ed entusiasmo, valorizzare il buon lavoro fatto e chi potrà eventualmente apportare valore aggiunto. Facce nuove e facce collaudate, ma credo che prima di tutto debbano essere sul serio espressione del territorio. Dovranno essere candidati percepiti come vicini alle realtà che si candideranno a rappresentare e non certo pedine di questo o quel Partito sparse sullo scacchiere nazionale. Questo però è un passaggio che viene dopo e sul quale bisognerà essere compatti nel respingere le tentazioni, ove ci fossero, di voler calare tutto dall’alto. Accusare oggi di decisioni già prese, liste già fatte e cose del genere è semplicemente fare un processo ad intenzioni che neppure si conoscono, semmai ci fossero. Ora è il momento di lavorare a programmi chiari e condivisi, di consolidare un percorso comune; non di scappare cercando di portarsi via un piccolo pezzetto del pallone, per rimanere su metafore calcistiche. Quindi, posso comprendere la sfiducia che può starci se si guarda ad esperienze passate fallimentari, ma la domanda nasce spontanea: cosa ha migliorato l’astensionismo? E cosa ha migliorato il disinteresse scaturito dalla presunzione di purismo assoluto rispetto ad altri? Niente! Ha solo rafforzato chi ha i pacchetti di voti dei fedelissimi che essendo ormai gli unici ad andare ad esprimere un voto, assolutamente interessato a mantenere qualcuno in alto, che così la fanno da padroni. L’unica possibilità di cambiare le cose è riportare il voto libero alle urne, non vi è altra strada, E tutto ciò può avvenire soltanto proponendo programmi chiari e coraggiosi e candidati in grado di realizzare tutto ciò per il quale si chiede il voto degli elettori. Sono convinto che la lista unitaria “Liberi e Uguali” possa fare bene, mi adopererò come ho sempre fatto affinché il progetto si compia, perché per me non vi può essere altra strada oltre l’impegno totale per cercare di sovvertire le sorti del Paese, del Mezziogiorno e di quelle periferie disagiate ulteriormente abbandonate al loro destino.
Pietro Sergi Direzione Nazionale di Sinistra Italiana
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