Fonte: Tiscali.News
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Roma, 11 sett. 2017 (askanews) – Prima della pausa estiva l’incontro era saltato all’ultimo momento, ma domani le cose dovrebbero andare diversamente. Giuliano Pisapia e Mdp si siederanno intorno a un tavolo e stavolta il lavoro preparatorio è stato lungo, anche perché la vicenda siciliana non ha fatto che complicare la situazione. Nessuno, però, sembra intenzionato a rompere al momento, anche se Pisapia ha lanciato un chiaro ultimatum venerdì scorso, dicendo di essere pronto a tornare al suo mestiere di avvocato.Da parte Mdp i messaggi recapitati all’ex sindaco sono chiari: “Adesso – spiega uno dei dirigenti di Articolo 1 – è il momento di andare avanti. Si convochi entro l’autunno l’assemblea costituente del nuovo soggetto politico, un’assemblea da eleggere in maniera democratica…”. Tradotto, una sorta di primarie della sinistra, che non devono però incoronare un leader ma insediare un parlamentino di qualche centinaio di persone incaricato di gestire la fase costituente del nuovo soggetto politico. Un soggetto “aperto a tutti quelli che hanno a cuore la costruzione di un soggetto della sinistra progressista, competitivo rispetto al Pd di Renzi”.Un percorso che dalle parti di Pisapia viene ancora accolto con scetticismo: “Noi – spiega uno degli uomini vicini all’ex sindaco – vogliamo realizzare un soggetto di centrosinistra con la leadership di Pisapia”. Un progetto che “non vuole arrendersi al listone del Pd, ma nemmeno al listino della sinistra radicale”, come accaduto proprio in Sicilia con l’accordo Mdp-Sinistra italiana su Claudio Fava. Pisapia insiste su un “soggetto di centrosinistra che sposti l’asse dell’attuale governo a sinistra e che costruisca coalizioni di centrosinistra nelle regioni che andranno al voto nel 2018″, a cominciare da Lazio e Lombardia.”Di questo discuteremo – è la conclusione – se saremo d’accordo sulla politica, vedremo gli aspetti organizzativi…”, ovvero l’assemblea costituente.La richiesta di accelerare sulla costituente è vista come un tentativo di imbrigliare Pisapia, dagli uomini vicini all’ex sindaco. Non è piaciuto l’avvio del tesseramento sbandierato da Mdp già prima dell’estate, una mossa che è stata interpretata come il tentativo di far pesare un radicamento sul territorio maggiore di quello dell’ex sindaco di Milano. In Mdp, d’altro canto, non c’è particolare voglia di incoronare ora un leader: “Non faremo certo primarie come quelle del Pd, per scegliere un uomo solo al comando…”.Si cercherà intanto di fissare i punti sui quali si è d’accordo: l’alleanza di centrosinistra nel Lazio è praticamente già fatta, attorno alla ricandidatura di Nicola Zingaretti; in Lombardia Mdp ha maggiori perplessità, ma Bersani avrebbe dato assicurazione a Pisapia che non si ripeterà ciò che è successo in Sicilia. Più complesso il rapporto con il governo: Pisapia non vuole rotture con Gentiloni, non vuole appunto scelte da “listino di centrosinistra”, ma Mdp è fortemente tentata da un gesto di rottura. “Presenteremo le nostre idee su lavoro, pensioni, investimenti, sanità”, dicono da Mdp. E se Gentiloni dice no “si faccia votare la legge dalla destra”, è il pensiero ribadito anche nei giorni scorsi da Roberto Speranza. Pisapia condivide la necessità di “spostare l’asse del governo”, ma teme che qualcuno in Mdp abbia già deciso che la rottura paghi più di un compromesso, anche in vista della campagna elettorale.Si proverà a trovare un comune denominatore, mettendo magari da parte le divergenze strategiche che restano. In fondo, ragiona un esponente vicino a Pisapia, “dobbiamo aspettare di vedere cosa accade nel Pd”. L’idea della coalizione larga, aperta ai democratici, sostenuta da Pisapia al momento è impraticabile perché gli ex Pd pongono il veto su Renzi, chiedono una “discontinuità” che equivale a un no a qualunque dialogo con questo Pd. Ma un senatore democratico aggiunge: “Se il Pd crolla in Sicilia, Renzi potrebbe essere costretto in un angolo dal suo stesso partito. E allora Pisapia riacquisterebbe forza”. Per gli esponenti di Mdp è solo un ‘wishful thinking’, ma Pisapia non intende nemmeno rassegnarsi al “listino della sinistra”. Per questo domani si proverà a evitare rotture e fare un passo in avanti, in attesa di capire anche cosa succede in casa Pd.