Il pasticciaccio di piazza Indipendenza – la verità sta nel mezzo?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: MARIANNA STURBA

di Marianna Sturba – 29 agosto 2017

Siamo sempre più convinti che la VERITÀ stia nel mezzo, non in senso furbesco di chi crede nelle mezze verità, ma di chi, postosi alla distanza osservativa giusta, riesce a guardare i fatti nella loro interezza (1). I poliziotti non sono infami e i migranti non sono delinquenti….tutte le affermazioni sono riconducibili ad un “centro” mediano fra le due affermazioni in cui può risiedere la verità. Quindi qualche poliziotto si comporta male cosi come lo fa qualche migrante. Vero invece è che l’ accesa conflittualità apertasi in via Curtatone a Roma è frutto di una globale mal gestione del fenomeno dell’ accoglienza. Partiamo dall’assunto che mai occupare uno stabile vuoto sia giusto e dal fatto che la violenza non è giustificata in nessuna occasione, per dire che i protagonisti degli eventi dei giorni scorsi sono entrambi Vittime di un sistema malato che non sa gestire il fenomeno migratorio. Un sistema che lascia per quattro anni che uno stabile privato sia occupato per poi procedere ad uno sgombero forzato senza aver dato agli abitanti una soluzione alternativa. La storia Era il 12 ottobre del 2013, quando un gruppo di migranti provenienti dal Corno d’Africa, soprattutto Etiopia ed Eritrea, occupò questo edificio di 33mila metri quadrati nella centralissima Piazza Indipendenza, a poca distanza dalla stazione Termini, mettendo in fuga la vigilanza armata. L’immobile è soggetto a vincolo da parte della Sovrintendenza dei Beni architettonici, in quanto al suo interno non mancano elementi di pregio storico e artistico e merita quindi la tutela che riserviamo agli altri edifici prestigiosi come ad esempio la messa in sicurezza degli elementi di pregio. Su quell’immobile occupato, qualcuno ha fatto degli investimenti e ora segna una perdita economica. Nel 2011 una Sgr immobiliare, Idea Fimit, lo ha acquistato per 75 milioni da una società che curava la liquidazione della Federconsorzi. Sono pertanto quasi quattro anni che l’immobile non solo non produce reddito, ma genera passività considerevoli in termini di utenze e tasse di proprietà, rispettivamente per 240mila e 575mila euro all’anno(fonte Il Sole 24 ore) Il Comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dal prefetto Paola Basilone ha deciso che sarà la società che gestisce l’edificio sgomberato, la Sea Servizi Avanzati, a garantire alle persone che vivevano in via Curtatone un alloggio per sei mesi, senza costi per il Comune. Ma 70 degli occupanti rifiutano la proposta di sistemazione reclamando una “sistemazione unitaria”. Dopodiché la prefettura convocherà un altro tavolo per verificare il lavoro degli Enti locali per una soluzione definitiva. Di giusto c’è che lo stabile torna nelle mani del suo legittimo proprietario….di brutto c’è che alcune persone restano senza casa. Non si può dire che la soluzione di occupare fosse giusta, è più giusto dire che nessuno ha diritto ad appropriarsi di uno stabile vuoto perché ha una necessità abitativa da soddisfare, lasciare tutto così come era significava dire che chiunque di noi può prendersi ciò di cui ha bisogno…e lo Stato questo non può permetterlo…nella stessa misura però lo stato deve occuparsi di dare risposte ai regolari ospiti del nostro paese perché è nei suoi doveri. Altro aspetto che si deve sottolineare è che ci rifiutiamo di pensare che la Polizia sia violenta e che non sia a tutela del cittadino, crediamo invece che ci siano, come in tutte le categorie, persone che svolgono il proprio lavoro con cognizione e professionalità ed altri che giocano agli Sceriffi! Torniamo a sottolineare l’ importanza del numero identificativo sui caschi! Si dovrebbe sapere chi è il bravo poliziotto e chi non lo è, perché ciascuno sia responsabile direttamente per le proprie azioni e non che si infami tutta una categoria. Noi vogliamo che i nostri figli crescano pensando bene dei poliziotti e dei carabinieri e che a loro si rivolgano per chiedere aiuto e non che scappino da loro. Questa responsabilità non è solo riconducibile all’operato di ciascun genitore, ma anche al linguaggio di questa Nostra generazione che troppo spesso manca di rispetto alle istituzioni(vedi caso Boldrini ed altri) e alle forze dell’ ordine. Allora nella società ideale che abbiamo in mente le persone non occupano stabili e lo stato si assume i suoi doveri! Nella società ideale che abbiamo in mente, sono i poliziotti stessi ad isolare e denunciare i colleghi violenti e razzisti. Nella società ideale che abbiamo in mente, i diritti restano uguali a prescindere dalla provenienza geografica

(1)  “Sono moderato, perché sono un convinto seguace dell’antica massima in medio stat virtus. Con questo non voglio dire che gli estremisti abbiano sempre torto. Non lo voglio dire perché affermare che i moderati hanno sempre ragione e gli estremisti sempre torto equivarrebbe a ragionare da estremista. Un empirista deve limitarsi a dire “per lo più”. La mia esperienza mi ha insegnato che nella maggior parte dei casi della vita pubblica e privata, “per lo più” le soluzioni, se non migliori, meno cattive sono quelle di chi rifugge dagli aut aut troppo netti, o di qua o di là. Io sono un democratico convinto. La democrazia è il luogo dove gli estremisti non prevalgono. La democrazia, e il riformismo suo alleato, possono permettersi di sbagliare, perché le stesse procedure democratiche consentono di correggere gli errori. L’estremista non può permettersi di sbagliare, perché non può tornare indietro. Gli errori del moderato democratico e riformista sono riparabili, quelli del estremista, no, o almeno sono riparabili solo passando da un estremismo all’altro. Il buon empirista, prima di pronunciarsi, deve voltare e rivoltare il problema… di qua nascono l’esigenza della cautela critica e…. la possibilità di sbagliare. Dalla possibilità dell’errore derivano due impegni da rispettare: quello di non perseverare nell’errore e quello di essere tolleranti degli errori altrui.”

(cfr. N. Bobbio, De senectute, Einaudi, Torino, 1996, p. 148).

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.