Costituente europea per l’Altra Europa

per Gabriella

di ROBERTO MUSACCHIO e MASSIMO TORELLI, 4 luglio 2014

fonte Fondazione Pintor

«Par­tito della Nazione» è l’allocuzione più in voga per defi­nire il Pd di Renzi. Se la ter­mi­no­lo­gia dovrebbe lasciare inter­detti per la per­dita di con­no­tato sociale che pre­sup­pone e per l’aggiunta di con­no­tati tri­bali che rie­vo­cano vec­chi fan­ta­smi, ancor più dovrebbe risul­tare inac­cet­ta­bile rispetto a quella dimen­sione euro­pea che tutti rico­no­scono come lo spa­zio ine­lu­di­bile dell’oggi. Ma in realtà la dimen­sione “neu­tra” della nazione è pre­ci­sa­mente quella pro­po­sta come com­ple­men­tare alla accet­ta­zione fata­li­stica dell’«Europa Reale», del «ce lo chiede l’Europa». Nell’epoca del capi­ta­li­smo glo­bale finan­zia­riz­zato, di cui que­sta Europa è una arti­co­la­zione, le dimen­sioni sociali sono annul­late, i con­flitti ban­diti. Le iden­tità tol­le­rate sono quelle che fanno parte dell’articolazione della mega mac­china. Le Nazioni ritro­vano una loro dimen­sione ma in realtà come non luo­ghi chia­mati a guer­reg­giare e a pat­teg­giare tra loro in rela­zione subordinata. E peg­gio va ai cit­ta­dini della Nazione, siamo sem­pre più depri­vati dagli ele­menti fon­danti della cit­ta­di­nanza sia in ter­mini civili che sociali, ridotti in stato di pre­ca­riz­za­zione esi­sten­ziale e messi alle dipen­denze del sistema.

Que­sto è il regno delle élites, che ha sosti­tuito la demo­cra­zia di massa del ‘900. Éli­tes che a loro volta pos­sono venire sacri­fi­cate se la per­si­stenza del sistema lo richiede. La «rot­ta­ma­zione», ter­mine non a caso mec­ca­ni­ci­stico, parla pre­ci­sa­mente di que­sto. Qua­lun­que pezzo può essere sosti­tuito se rischia di incep­pare il meccanismo. In que­sto qua­dro si inse­ri­sce l’attualità del voto euro­peo, non c’è dub­bio che esso ha mostrato ampie zone di estrema sof­fe­renza che chie­dono alla mac­china di ripen­sare agli ingra­naggi per con­ti­nuare a fun­zio­nare così come da progetto. Qui si situa il punto di attacco del «ren­zi­smo» al qua­dro euro­peo. Renzi col­loca la pro­pria mac­china nazione, in cui il motore reale sta assai più nella dimen­sione gover­na­tiva che in quella par­ti­tica così come in tutti i «sistemi reali», nella pro­spet­tiva della rot­ta­ma­zione di alcuni ingra­naggi per con­sen­tire alla mac­china di con­ti­nuare a fun­zio­nare. Nel modo con cui egli ha affron­tato l’incipit del seme­stre ita­liano c’è pre­ci­sa­mente que­sto. L’accettazione del qua­dro, l’«Europa reale», cioè l’Europa finan­zia­ria, di mer­cato, austera e ade­mo­cra­tica, coniu­gata con una revi­sione interna di alcuni mec­ca­ni­smi, l’idea della «auste­rità espan­siva», e il bale­nare del ricam­bio interno, del sacri­fi­cio di parte delle éli­tes.

Il punto di arti­co­la­zione tra accet­ta­zione del qua­dro e ricam­bio interno si rea­lizza pre­ci­sa­mente intorno alla dimen­sione della cosid­detta auste­rità espan­siva, bril­lan­te­mente defi­nita da Emi­liano Bran­cac­cio «Fles­si­bi­lità nel rigore». In un qua­dro rigido, di rigore, la fles­si­bi­lità richie­sta è quella di attac­care Costi­tu­zioni, demo­cra­zia diritti e stato sociale. In Ita­lia il tutto avviene con la com­pli­cità della grande stampa nazio­nale (can­cel­lano dai pro­pri arti­coli il ter­mine rigore, così resta solo fles­si­bi­lità, per esal­tare vit­to­rie ine­si­stenti di Renzi). Non a caso nel discorso al Par­la­mento ita­liano di illu­stra­zione delle linee guida del seme­stre Renzi ha dedi­cato una cita­zione di merito a Schroe­der, per aver per­messo, a suo dire, con le riforme del lavoro (Hertz vier) che hanno fles­si­bi­liz­zato strut­tu­ral­mente il mer­cato del lavoro, di coniu­gare auste­rità e occupazione. La par­tita delle nomine euro­pee si sta chiu­dendo come pre­vi­sto da mesi, male, con la con­ferma delle lar­ghe intese dell’austerità. Per­ché ciò che non si vuole è che cambi il gioco. Ed è que­sto, pre­ci­sa­mente, che dob­biamo fare noi e che abbiamo già avviato con la lista L’Altra Europa con Tsi­pras. A par­tire dai fondamenti.

Se Renzi dice par­tito della Nazione, noi dob­biamo lavo­rare a un pro­cesso per un vero sog­getto Euro­peo, di demo­cra­zia, di sini­stra, di movi­mento, nuovo, che rifugge il mino­ri­ta­ri­smo, che supera sto­rie e appar­te­nenza, che coin­volge dagli attivi nella lotta per la difesa della Costi­tu­zione ai mili­tanti del movi­mento No Tav. L’affermazione di Tsi­pras in Gre­cia, di molte forze di alter­na­tiva euro­pea vec­chie e nuove, come Pode­mos in Spa­gna, il pas­sag­gio del quo­rum della nostra lista ita­liana, dicono che que­sto spa­zio c’è. Pro­prio la vicenda ita­liana mostra come sia stato pre­miato non un sem­plice biso­gno di rap­pre­sen­tanza ma l’avvio della messa in campo di un pro­getto pre­ci­sa­mente a dimen­sione euro­pea, unico, nato nella spe­ci­fi­cità ita­liana, rom­pendo con schemi e pra­ti­che che hanno perso, che non riprende modelli adatti ad altri paesi. Con un lea­der, Tsi­pras, un pro­gramma, l’europeismo di sini­stra e demo­cra­tico, una pro­po­sta per la fase che abbiamo di fronte, la revi­sione del debito, un sistema di alleanze, sog­getti sociali di rife­ri­mento. È que­sta strada che va continuata. Quando diciamo pro­getto costi­tuente a dimen­sione euro­pea pen­siamo al pro­cesso per una sog­get­ti­vità capace nei ter­ri­tori di muo­versi con respiro euro­peo, di pro­muo­vere coa­li­zioni sociali costi­tuenti l’Altra Europa, ripar­tendo pre­ci­sa­mente da uno dei ter­reni dove è avve­nuta la scon­fitta poli­tica e sociale del movi­mento ope­raio del ‘900. A una sog­get­ti­vità che lavora, col­la­bo­rando in par­ti­co­lare con le nuove sog­get­ti­vità come Pode­mos, per con­sen­tire un allar­ga­mento e un raf­for­za­mento delle rela­zioni esi­stenti verso le realtà del Nord Europa e dell’Est, dove più debole è la situa­zione. E che lo fa con­ti­nuando ad avere espli­ci­ta­mente come lea­der di rife­ri­mento Ale­xis Tsi­pras, per altro vice­pre­si­dente della Sini­stra Europea. È que­sta nuova fron­tiera che può con­sen­tire di valo­riz­zare al meglio gli ele­menti di nuova poli­tica, di cit­ta­di­nanza, ter­ri­to­riale, di intel­let­tua­lità, di rifon­da­zione della sini­stra che sono state com­po­nenti impor­tanti del suc­cesso dell’Altra Europa.

  da il manifesto del 5 luglio 2014 – See more at: http://fondazionepintor.net/tsipras/musacchio_torelli/costituente/#sthash.Xp9Y1Ysp.dpuf

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