Dovrei cantarti o modelle bizzarra,
all’improvviso, col suon di ghitarra;
ma tu sei lesta ragazza, a baciare,
ed io son lento, assai lento, a rimare.
So come pensi da un mezzo sorriso,
e volentieri ti guerdo ne viso:
tu devi avere gentilezza di cuore,
o Rosa: Rosa è pur nome di un fiore.
Ora apri i labbri di caldo corallo
come se udissi cadenze di ballo,
e resti assorta: son bianchi i tuoi denti.
Chi li fermasse questi anni fuggenti!
Dici che ti alzi col sorgere del giorno.
Vedendo in cielo far l’alba ritorno,
ebbene, o Rosa, non di affrettata:
nulla di nuovo per questa giornata.
Cerca di fare ogni giorno una cosa:
meglio di nulla è anche pianger, o Rosa.
Il tempo a fretta, e va senza saluto,
e dobbiamo dirgli ogni sera: ho vissuto.
Ma so che fissi nel caro avvenire
gli occhi vivaci che tanto san dire;
so che i pensieri ti danno l’ebbrezza.
Amala, o Rosa, la tua giovinezza!
Ascolta, e dammi un momento la mano.
Pensiamo al tempo, non molto lontano,
fatto di sogni, e che incontro ci viene.
Tu ridi? Brava, ti giuro, fai bene.
Si, non pensare gentile compagna,
se in allegrezza il tuo cuor ci guadagna;
il tuo futuro ciascun lo rispetta,
o Rosa bella, o Rosina, o Rosetta.
POMPEO BETTINI