di Luigi Altea – 1 marzo 2017
La Chiesa che, con tutti i difetti, non è nata ieri, e la sa lunga… Lunga più di duemila anni, credo che faccia bene a non rottamare gli ultrasessantenni e a non cercare il suo “giovane Prodi”…
Papa Francesco parlando del capitalismo come del ” vero terrorismo internazionale” continua a stupire ammiratori e avversari.
Neppure il Che Guevara Michele Emiliano oserebbe spingersi a tanto…
Il pensiero di Mario Bergoglio si palesò chiarissimo l’anno scorso, quando ricevette circa sette mila industriali italiani.
In termini di ricchezza è come se avesse ricevuto sette milioni di operai. E forse più…
Erano presenti il presidente di Confindustria Squinzi, l’ex presidente Fossa (tocchiamo ferro!) e, in collegamento spiritico dall’inferno, Gianni Agnelli e Vittorio Valletta…i quali bruciavano dal desiderio di ricevere una benedizione a caldo.
Papa Francesco, conservatore sul piano dottrinale, ma progressista in materia sociale, “martellò” duramente parlando del diritto dei lavoratori alla giusta retribuzione, al rispetto e alla dignità.
Ad ogni passaggio del suo discorso ricevette scroscianti applausi dalla platea dei paperoni, che si davano di gomito, sorridendo e annuendo. E pareva che dicessero: bene, giusto, siamo d’accordo, è quello che abbiamo sempre sostenuto anche noi!
Quando poi il papa ammonì i nababbi a non inseguire i facili guadagni, attraverso bassi compromessi sulla pelle degli sfruttati, si scatenò una vera ovazione! Come se fosse finalmente arrivato il momento tanto atteso.
E sembrò di vedere l’esplosione delle pulsioni dei guardoni, nel preciso istante in cui la spogliarellista lascia cadere l’ultimo lembo…
Solo alla fine fu avvertito un brusio di delusione, quando partì la musica, inaspettatamente sacra.
Tutti si aspettavano l’Internazionale!
