Rosy Bindi: “Tina Anselmi, una vita straordinaria con una sola pagina incompiuta”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Goffredo De Marchis / Gabriele Pastrello
Fonte: La Repubblica
Url fonte: http://www.repubblica.it/politica/2016/11/01/news/_una_vita_straordinaria_con_una_sola_incompiuta_sarebbe_stata_un_ottimo_presidente_della_repubblica_-151072082/

di GOFFREDO DE MARCHIS 1 novembre 2016

La sua erede politica ricorda l’esponente della Dc: “Dalla Resistenza alla lotta alla P2, ha reso più forte la democrazia”. E commossa dice: “E’ scomparsa proprio il giorno dei santi…”

 

Rosy Bindi aveva 38 anni. “Cominciai a fare politica con la candidatura alle Europee in Veneto, nel 1989. Lo feci solo perchè Tina Anselmi, il mio principale punto di riferimento, aveva rinunciato al seggio e mi aveva promesso il suo appoggio. Io venivo dalla Toscana e non avrei mai vinto quell’elezione senza il suo aiuto”. Donna, cattolica fino al midollo, esponente della sinistra democristiana, in prima linea nella battaglia per la moralizzazione della politica. Le storie di Bindi e Anselmi hanno molto in comune. La presidente della commissione Antimafia infatti è sempre stata considerata l’erede di Tina Anselmi. Con la voce spezzata dalla commozione ricorda oggi quella madre putativa. Con il rimpianto “di non aver più potuto ascoltare la sua voce da troppi anni. Una delle malattie del nostro secolo l’ha inchiodata al silenzio”. Però anche nella morte Bindi vede un segno. “Dopo questa malattia infinita è scomparsa proprio il giorno dei santi…”. Sta proponendo una canonizzazione? “Non ce n’è bisogno. Senza salire sugli altari ha servito il Paese seguendo gli indirizzi della sua confessione. E’ stata quello che è stata anche perchè era una donna di fede”.  

Nei ricordi di queste ore Tina Anselmi è per tutti una grande italiana. In che cosa? 
“Ha costruito la Repubblica con la Resistenza. Ha reso forte la nostra democrazia come democratico cristiana, come donna delle istitutizioni legando il suo nome a una grande riforma come quella della sanità. E’ stata la prima donna ministro. Ha combattutto i poteri occulti presiedendo la commisione P2. Un percorso straordinario, direi”.

Un percorso completo? 
“Per tutti noi resta una pagina incompiuta. Tina Anselmi poteva essere un ottimo presidente della Repubblica. Sarebbe stata la prima donna e una donna che era d’esempio per tante italiane. Eppure questa incompiuta rende ancora più forte la sua testimonianza. E’ sempre stata un punto riferimento del mondo cattolico. Non la sola, ma del suo livello erano in pochi”.

Quale esperienza ricordava con più entusiasmo? 
“La radice repubblicana e costituzionale della sua esperienza di staffetta partigiana, con il nome di battaglia Gabriella. Era una donna della Costituzione anche se non aveva partecipato alla Costituente. Non dimenticava mai le fondamenta e non soltanto per motivi evocativi, ma perchè da lì tutto nasce e cresce. Certo, anche la presidenza della commissione sulla loggia P2, che chiude il suo ciclo politico. L’inizio e la fine, della sua vita pubblica. Personalmente poi non posso dimenticare il sostegno per la moralizzazione della Democrazia cristiana durante la vicenda di Tangentopoli. Senza di lei, senza Maria Eletta Martini e Rosa Russo Jervolino per parlare solo delle donne, la battaglia avrebbe incontrato molti più ostacoli”.

Come interpretava il rapporto con il potere? 
“La sua storia parla da sè. Con la schiena dritta. Come tutti quelli che fanno politica, con il potere ci devi convivere. Ma lei lo ha fatto con quella libertà che bisogna avere verso gli interessi forti e i poteri occulti. Il suo è stato un comportamento integerrimo”.

Anche la lotta ai poteri deviati è un’incompiuta? 
“Dal mio punto di osservazione, la commissione Antimafia, sì. E’ complicato pensare alla lotta alle mafie senza fare i conti con i poteri che le sostengono, che interloquiscono con la criminalità organizzata. E tra questi c’è sicuramente la massoneria deviata”.

Il suo ultimo ricordo? 
“Siamo andate a trovarla, un gruppo di noi. E ci ha riconosciute, nonostante la malattia. Ci siamo abbracciate”.

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Gabriele Pastrello – 1 novembre 2016

UCCIDENDO MORO SI E’ UCCISO UN FUTURO QUELLO DELL’ITALIA DEMOCRATICA. PAROLE DI TINA ANSELMI

STO GUARDANDO UN’INTERVISTA TV DELL’ANSELMI DOVE RACCONTA LA SUA VITA. DALLA STAFFETTA PARTIGIANA, ALLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PD (A VERDINI NON FISCHIANO LE ORECCHIE?) AL LAVORO IN FAVORE DELLE FILANDIERE DI CUI RACCONTAVA CHE AVEVANO LE MANI ‘LESSATE’ DAL LAVORO IN BACINELLE DI ACQUA BOLLENTE. QUANTA STRADA E’ STATA FATTA DA ALLORA. QUESTA DONNA E’ TRA QUELLI CHE HANNO MIGLIORATO QUESTO PAESE. CHAPEAU. MENTRE ADESSO SI STA DISTRUGGENDO QUELLO CHE LEI E TUTTI QUELLI COME LEI HANNO COSTRUITO.

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