di Alfredo Morganti – 17 febbraio 2016
Eppure è semplice, e ci sono arrivato anch’io che non sono nessuno rispetto a tante teste calde del ceto politico e intellettuale di sinistra. Il punto è questo: senza che una parte del PD, la sua sinistra, la sua minoranza, chiamatela come volete, alzi finalmente le proprie bandiere e decida consapevolmente di avviare un altro progetto, nel solco della tradizione che dai vecchi partiti storici ha portato al PD, ma con un taglio netto, una cesura fortissima rispetto alla fase renziana e non solo, non si andrà purtroppo da nessuna parte. Senza nulla togliere al progetto di Sinistra Italiana, verso cui va tutta la mia simpatia, io dico che non può nascere niente di concretamente efficace e di effettuale, se non si va a rivangare e a seminare e a raccogliere da dentro la tradizione che fu dei grandi partiti popolari (e del PCI per primo) che ‘governarono’ in senso lato e per decenni la Repubblica, dalla liberazione in poi. C’è un solco, ben visibile, ben tracciato, che non può essere abbandonato, perché è ricco di fermenti storici e di tradizioni politiche e culturali serie e importanti, e da quel solco bisogna ripartire per rinnovare e proporre un progetto di sinistra più all’altezza dei tempi e delle necessità attuali. Fuori da questo solco, o peggio in contrapposizione a esso, ‘strappando’ miserevolmente con quelle tradizioni, c’è solo molta e apprezzabile buona volontà ma, molto presto, sopraggiungerà il fiato corto e forse il ceto politico chiederà il conto.
È andata sempre così in questi anni. Il PD, d’altra parte, è solo il figlio ultimo di quella tradizione, ha rinnovato ma senza mai rinnegare quella scia di pensiero, cultura, storie. Le volte precedenti era andata nello stesso modo: c’era stato un lento e progressivo rinnovamento, che non aveva mai davvero ‘rottamato’ il solco portante della tradizione. Il primo fu Renzi a dare una sterzata, il quale però, guarda caso, sfruttò quella scia, conquistò con la sua OPA l’ultimo passaggio di quella lunga storia, il PD appunto, ma ne deviò il corso, ben più di quanto non fosse stato già fatto prima. Pensateci. Se lo stesso Renzi, invece, avesse avviato una sua costituente fuori dal PD, fuori dalla tradizione, oggi sarebbe uno dei tanti sconosciuti outsider della provincia toscana, non il premier. Anche per lui, che pure voleva stravolgerla e ‘rottamarla’ in via definitiva, la tradizione era l’indispensabile ‘solco’ ove impiantare nuovi semi, di gramigna certo non di grano, ma nuovi semi. Ecco perché se quel terzo (?) del PD in minoranza, non questo o quello ma tutti assieme, non una scissione ma un nuovo progetto, non una fuoriuscita ma un gesto politico orgoglioso, se quel terzo dicevo, che oggi potrebbe garantire assieme continuità e rinnovamento (uno dei tanti possibili e cari ossimori della sinistra italiana) decidesse di avviare finalmente una nuova fase, uscendo dall’astronave democratica fuori rotta, per ritornare nel vecchio solco e seminarvi altri semi di sinistra, farebbe un’opera meritoria oltre che di indubbio valore storico, fungendo da polo dialettico pure per chi è già partito alla ricerca di un nuovo partito, nonché per i tanti e spaesati senza partito che in quel solco ci sono cresciuti e vissuti tutta la vita, e ora non accettano né che Renzi voglia cancellarlo, né che nessuno si adoperi per rivangarlo di nuovo e riseminarlo daccapo.
[PS Potreste rispondermi: ma allora perché non fare questo da dentro il PD? Perché il PD non è più roba nostra, risponderei. È fuori dalla mia tradizione, ha deragliato, è una cosa spuria, è un relitto nelle mani di alcuni corsari, è irriconoscibile, ha rottamato i suoi nonni altro che i padri, è come una nave che non risponde più al timone, e un marchio, è una scatola vuota, è un aggeggio di potere, è trasparente alla cultura politica, non ne ha davvero, non so nemmeno se è più di centrosinistra o di centro, se è un partito o un dispositivo tecnico oppure una corte o un provvisorio comitato elettorale. Non si fa prima a ripartire con una nuova macchina che si richiami alla nostra storia, che SIA quella storia, piuttosto che mandare il catorcio dal meccanico e sentirci dire, esso sì, ‘rottamatelo’? Ci sono dei nonni pronti all’impresa? I nipotini non mancheranno a sostenerli, vedrete]