Garam

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

di Alfredo Morganti – 9 febbraio 2016

Le cronache raccontano che una bambina di 11 mesi, Garam, è morta di fame e di freddo, mentre la sua famiglia siriana cercava di raggiungere Istanbul sospinta dalla furia dei raid aerei russi che si stavano abbattendo su Aleppo. Per molti si tratta di scegliere se morire di schianto sotto le bombe, o più lentamente di freddo e fame durante la fuga. Ciò dà un’idea della libertà di cui godono oggi molti mediorientali e della necessità per decine di migliaia di essi di ammassarsi ai confini turchi, macedoni, serbi, e poi europei pur di tornare a immaginare di nuovo un futuro, se non persino un presente. Non ci sono foto di Garam, lei non comparirà su alcuna prima pagina di giornale, e non si farà merce del suo corpicino, né lo si mostrerà provocatoriamente per ragioni politiche, com’è accaduto inutilmente per Aylan, morto in mare e poi deposto sulla spiaggia sotto gli occhi di tutti, mentre Garam ha smesso di soffrire tra le braccia striminzite di una madre ormai stremata.

La verità è che nessuna morte serve mai a niente, né quando diventa emblema come per Aylan né quando è sorda e silenziosa come per Garam. Tantomeno se si tratta di quella di due bambini indifesi. La morte è semplicemente inutile, a meno che non si tratti di un gesto eroico capace di salvare altre vite. Ma il più delle volte, e questi bambini lo mostrano al mondo intero, gli innocenti muoiono inutilmente, schiacciati da un destino indifferente alla sorte dei più deboli, alla lunga sopraffatti da eventi storici enormi, incalcolabili per le loro piccole menti, unici a pagarne davvero il prezzo, e con loro milioni di persone che la guerra e la fame scaraventano in Europa, per ammassarsi al freddo davanti a un groviglio di filo spinato ammassato in fretta e furia lungo qualche disumano confine. Come se dai poveri venisse il pericolo, o dai bambini morti, da Aylan, da Garam, dalla fame e dal freddo che li spazza via lungo i confini della Turchia, dell’Europa balcanica, dell’Austria, della Germania, della Scandinavia e del Mar Mediterraneo. Un gorgo enorme entro cui milioni di vite scendono mute dopo sacrifici e sofferenze indicibili, ma ridotte a “quote”, a cifre di scambio, mentre i governi calcolano pro e contro, vantaggi e svantaggi, percentuali e interessi, rigidità o flessibilità, e decidono perciò il da farsi.

afri

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